giovedì, Aprile 25, 2024
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Selenio Ioppi ricorda il glorioso passato dell'edificio. Non fu soltanto una lavanderia

Con la vecchia Salva se ne va una storia

E’ un pezzo di storia di Arco quello che sparirà, in mezzo alla montagnola di detriti, una volta che il compendio dell’ex Salva, l’attuale lavanderia Acquatec, verrà demolito per fare spazio a quel parco fluviale del Sarca che è nelle intenzioni dell’amministrazione comunale. Il vecchio edificio, ormai fatiscente, ha un passato che riporta alla fine del 1800. A ricordarne la storia e l’evoluzione nel tempo è Selenio Ioppi, memoria storica “ufficiale” della città delle palme.«Il capannone, ubicato in via della Cinta – scrive in una nota l’ex primo cittadino di Arco – esisteva già prima del 1890, serviva come officina ed era di proprietà di Luigi Calzà di Arco. Nel 1889 il signor Celestino Emmert, residente ad Arco fin dal 1872, compera il capannone col terreno annesso e chiede al Municipio di poter costruire una casetta di abitazione pei direttori della sua azienda. Il permesso viene rilasciato e nel giugno 1890 la casa è completata. L’azienda consisteva in uno spazioso laboratorio di falegnameria ove venivano fabbricati mobili, ma soprattutto oggetti in ulivo per i turisti. Ancora oggi nelle nostre case troviamo: cornici per fotografie, candelieri, porta tovaglioli, tabacchiere, scatole porta gioielli e cornici varie fatte in questo laboratorio, finemente lavorati e tutti in legno di ulivo. Questi oggetti erano esposti per la vendita nel negozio del signor Celestino Emmert al piano terra del Palazzo Marchetti e venivano pubblicizzati come: Galanterie-Waren aus Olivenholz. La casa o villa come veniva chiamata era attaccata al laboratorio, verso mezzogiorno. All’inizio la villa serviva come alloggio dei direttori dell’industria, nel 1897 essa viene venduta alla signora Maria Mutter fu Andrea di Feldkirch.Questo acquisto da parte della signora Mutter ha lo scopo di ospitare, nella casa, le Suore di Carità della Santa Croce di Ingenbohl (Svizzera), suore che sono state chiamate ad Arco per un servizio infermieristico e religioso per gli ospiti ammalati nelle case di cura, alberghi o ville private. Possiamo dire il primo servizio sanitario ed infermieristico a domicilio; le suore conoscono bene la lingua tedesca, e quindi possono colloquiare con molti ospiti provenienti dall’Impero. Tutte le spese per la casa, per il vitto ed altro sono a carico di questa generosa signora Mutter che nel periodo di cura, ottobre-maggio, risiede in Arco nella Villa Maria, edificio alle Braile: dal 1897 fino al 1919 la Villa abitata dalle suore sarà chiamata “Marienheim”. Nel 1920 capannone industriale e villa Marienheim vengono acquistati dalla Cooperativa di lavoro fra Artieri Basso Sarca e più tardi dalla Società anonima lavanderie (Salva). Le suore nel 1902 fondano il Sanatorio San Pancrazio».

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