martedì, Aprile 16, 2024
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Il professor Luciano Bonuzzi indica le caratteristiche che deve avere il vino.

Conoscere il vino per apprezzarlo

Mai come oggi il mondo del «bardolino», come tutto ciò che riguarda il vino, appare esposto alle suggestioni più diverse e imprevedibili. Pur di fronte a uno sforzo puntiglioso in atto da decenni e coordinato dal Consorzio per migliorare la qualità e difendere la tipicità, tuttavia affiorano ininterrotte perplessità sugli indirizzi culturali e sulla politica commerciale. Azione che è saggio orientare per sostenere il mercato senza abdicare alla propria cultura e senza stravolgere i propri vigneti.«È comunque innegabile», ha fatto presente Luciano Bonuzzi nel coordinare il convegno “Qualità del vino. Qualità del Bardolino”, promosso dal Consorzio, «che non ci si può sottrarre al vento della globalizzazione con le sue impennate e con il suo soffio distruttivo che può disperdere nel vento gusti e sapori, per proporre soluzioni estranee alle abitudini vinicole e alimentari più consolidate.Certo, ormai nulla è scontato ma non è detto che la rinuncia alla pro-pria tradizione garantisca qualche stabilità di mercato. Piuttosto sembra indispensabile – ha messo in risalto Bonuzzi, primario del servizio psichiatrico dell’Ulss 22 nonché studioso e ricercatore nel campo del vino e della nutrizione – rafforzare la consapevolezza della propria identità, culturale e colturale ad un tempo:«Bisogna infatti offrire sul piano commerciale prodotti originali e ben riconoscibili».Soffermandosi sulla qualità del prodotto ritenuta essenziale, anche se qualche esperto di mercato ama dire che la qualità è ciò che chiede il consumatore e niente di più, Bo-nuzzi ha sottolineato che si tratta di un punto di vista, a dir poco, riduttivo. «Tanto più che il consumo può essere orientato e disorientato a piacimento: un’operazione quanto mai facile per quei prodotti, quale il vino, che rientrano fra i piaceri della vita piuttosto che fra inderogabili necessità alimentari. Pertanto per il vino, una bevanda alimentare intrisa di cultura non è peraltro facile mettere a fuo-co e definire con puntualità i motivi che sottendono l’assetto qualitativo».«Essenziali, in ogni modo», ha puntualizzato Bonuzzi «sono le caratteristiche igieniche per il rimando alla salute che comportano mentre per quanto concerne il rapporto fra vino e cultura sembra es-sere di grande rilievo la fedeltà alla tradizione, il rispetto di quei sapori con-solidati che permettono di evocare e di riconoscere il territorio dove l’uva matura. E a questo proposito la qualità si identifica e si sovrappone con la tipicità».Il «bardolino», un vino rosso giovanilmente brioso, dall’inimitabile sapore «salino» presenta ormai, come vuole la normativa vigente, caratteristiche igieniche garantite, in sintonia con i prodotti più prestigiosi che vengono offerti al consumatore. Moderatamente alcolico è un vino ideale da pasto. Come è tipico dei vini rossi, fra tante sostanze, contiene, naturalmente, anche resveratrolo e lo contiene in quantità adeguata. Sostanza naturale presente soprattutto nella buccia degli acini dell’uva, il resveratrolo si trasferisce elettivamente nel vino rosso svolgendo utile effetto preventivo nell’ambito della patologia coronarica.«Importante è difendere la tipicità, motivo centrale della qualità; una battaglia difficile», ha concluso Bonuzzi, ricordando tra l’altro il vecchio progetto degli enologi del secondo ‘800 quando si guardava al chianti e al bordeaux e si raccomandava vitigni della tradizione con il sangiovese. Allora il bardolino è stato salvato dai consumatori e in particolare – come avverte il Solitro – dal consumatore tedesco che nel sapore del bardolino trovava il fascino di un territorio che amava e che aveva conosciuto come turista.

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