giovedì, Aprile 18, 2024
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Premi e menzioni alle tesi che raccontano il territorio. I quindici lavori presentati sono ora consultabili in biblioteca

Consegnate in sala civica le borse di studio

Un paese non solo turistico e d’arte. Da alcuni anni il centro arilicense può con pieno merito vantare il titolo di cittadella della cultura grazie a un’importante finestra aperta sul mondo dell’università. Un’attenzione non dell’ultima ora e ancor meno riconducibile al consueto fiorire d’iniziative che spuntano d’incanto in prossimità di scadenze amministrative. La borsa di studio «Città di Peschiera del Garda e territorio benacense» promossa dall’assessorato alla cultura e giunta alla quinta edizione ha premiato venerdì sera l’interessante e articolata tesi di laurea scritta a due mani da Michela Pinamonte di Garda e Barbara Zanetti di Lazise. Le due giovani hanno presentato alla facoltà di Architettura di Venezia una approfondita analisi su «Le limonaie del Garda: storia e progetto». Un lavoro molto originale che la commissione del concorso composta dal presidente Giorgio Maria Cambiè, dalla direttrice dei musei civici di Verona Paola Marini, dal geografo Eugenio Turri e dal professore Alfredo Buonopane ha premiato con un assegno di tre milioni. «Abbiamo impiegato due anni per portare a termine una ricerca che parte dal XIII secolo e pone anche attenzione ai modi di produzione e alle tecniche di coltivazione dei cedri del Garda», racconta Barbara Zanetti a margine della serata di premiazione svolta nella sala civica della biblioteca alla presenza di un trentina di persone. «La coltura dei limoni ha determinato l’aspetto morfologico di intere aree soprattutto sulla sponda bresciana da Salò a Limone. Segni evidenti ancor oggi con centinaia di pilastri svettanti verso il cielo ordinatamente allineati e circondati su tre lati da alte mura di pietre bianche a formare veri giardini d’agrumi», ha chiosato Zanetti ricordando la presenza di limonaie importanti a Torri e Punta San Vigilio. «Inoltre sulla riviera veronese abbiamo trovato significativi resti anche a Colà, Lazise e a Bardolino all’interno dell’ex Villa Botta ora Magnolie». Di tutt’altro genere e periodo storico la tesi di Elena Benvenuti, residente a Verona in Borgo Trento, che ha ottenuto il secondo premio (assegno di due milioni) con lo studio: «Anfore romane dagli scavi di Peschiera; dati topografici e direttrici commerciali». Si tratta di una esauriente ipotesi ricostruttiva degli edifici di età romana nel centro storico di Peschiera, che ne definisce accuratamente la funzionalità con l’apporto di una puntuale documentazione grafica. Viene così confermato il ruolo dell’abitato dell’antica Arilica nel quadro della romanizzazione del lago di Garda e il suo attivo inserimento nei traffici commerciali dell’area padana dal II secolo a. C. al V secolo d.C. La giuria ha poi segnalato i lavori di Paola Testa di Malcesine, «Analisi di un ambiente fluviale particolare: il fiume Aril», e Stefano Minozzi di Bonferraro, «Il commento di Bernardino Cillenio da Peschiera alle elegie di Tibullo». Alla cerimonia di premiazione condotta dalla giornalista Giuditta Bolognesi erano presenti gli assessori alla cultura Valter Montresor e al bilancio Fausto Luciani. Entrambi hanno sottolineato il crescente numero di partecipanti (si è passati dai due iscritti della prima edizione ai 15 di quest’anno) e la difficoltà della commissione nello stilare una graduatoria di merito considerato il valore degli elaborati presentati. Tutte tesi che sono ora a disposizione della biblioteca. E per la prossima edizione i premi in denaro saranno più consistenti grazie

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