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La gestione associata 2002 degli spazi extraportuali, da Sirmione a Limone

Controlli e lotta agli abusivi così le boe saranno redditizie

«Un corretta gestione del demanio lacuale non può prescindere da una puntuale conoscenza del territorio, da un costante controllo dell’abusivismo e da una significativa attività di programmazione degli interventi pubblici e privati» – spiegano il presidente della «gestione associata» degli spazi extraportuali, Bernardo Berardinelli, assessore ai Lavori pubblici di Salò, e il segretario Giuseppe Iovene, nella relazione stilata al termine del primo anno di attività -. E’ inoltre indispensabile affidare a uno studio tecnico l’inserimento in atto di tutte le concessioni, cosa che in passato gli uffici competenti non hanno mai fatto. «In ogni caso in futuro bisognerà strutturarsi in modo da poter svolgere adeguati controlli. Abbiamo infatti verificato che le forze dell’ordine incontrano ostacoli negli interventi di prevenzione e repressione, dovuti alla complessità della materia, alla difficoltà di individuazione dei responsabili delle irregolarità, alla carenza di personale e mezzi a disposizione. Gli ormeggi singoli presentano ancora una notevolissima percentuale di abusivismo, che potrà essere contrastata solo attraverso significativi interventi di rimozione e sequestro». Un discorso che riguarda gli ormeggi e le boe lontani dai moli, i pontili, le passerelle, le darsene, i tratti di spiaggia utilizzati da ville, hotel, società sportive, ecc. In questo periodo i consigli comunali delle località della sponda bresciana del lago, da Sirmione a Limone, e dell’Eridio (Idro, Anfo, Bagolino) stanno decidendo di prorogare di due anni, vale a dire fino al 31 dicembre 2004, il servizio svolto fin qui. E i responsabili della «gestione associata» hanno colto l’occasione per stilare una relazione, dopo il passaggio di funzioni dalla Regione. «Nel novembre e nel dicembre 2001 – proseguono Berardinelli e Iovene – sono giunte all’Ufficio di Salò 751 pratiche di concessioni demaniali, di cui 332 riguardanti ormeggi singoli e 419 aree e spazi acquei. 187 di queste ultime erano provviste del decreto regionale, ma prive del disciplinare-contratto, col canone annuo (a decorrere dal ’97-98, l’ok del Pirellone rimandava infatti a un successivo provvedimento di calcolo dell’importo, mai fatto); le altre 232 riguardavano domande nuove o di rinnovo (molte pratiche erano abbandonate da anni, anche da parte degli stessi richiedenti). «Per tale situazione, a fronte di introiti complessivi stimati a circa 1,5 milioni di euro (quasi tre miliardi di vecchie lire), alla data del 13 aprile 2002 noi avevamo incassato appena 125.748 euro, relativi all’anno 2001 (e, la Regione, 146.531). Cifre inferiori a quanto ipotizzato dai funzionari di Milano». L’Ufficio di Salò (il segretario, tre dipendenti e, da ottobre, un part-time), allestito in primavera, si è rimboccato le maniche, mettendo ordine alle pratiche ed esaminandole seriamente. «Entro il mese di luglio abbiamo rilasciato 364 concessioni di ormeggio per il 2002, per un totale di 1.101 boe, riscuotendo quanto dovuto e dando risposta a tutte le domande presentate – aggiungono i responsabili -. Chi è in regola dispone di un tagliando che agevola i controlli delle Forze dell’ordine. Per quanto riguarda gli spazi acquei più o meno ampi, l’istruttoria è iniziata in agosto. Stiamo procedendo in questo modo. Esaminiamo tutti i decreti di concessione già emanati dalla Regione Lombardia con le relative planimetrie, procediamo al calcolo del canone e invitiamo gli utenti a sottoscrivere il contratto. «Le maggiori difficoltà nascono dal fatto che bisogna convincerli ad accettare gli aumenti, in base alle tabelle regionali, solitamente molto superiori a quelli stabiliti precedentemente dall’Intendenza di Finanza. Da qui la necessità di più incontri, a volte anche coi legali. Al 30 settembre avevamo chiuso 59 procedimenti». Nelle prossime settimane inizierà l’esame delle pratiche in istruttoria, cominciando da quelle di maggiore urgenza e rilevanza economica. Spesso le questioni sono complesse, e hanno già dato vita a contenziosi. Nella relazione, diffusa in Consiglio comunale di Salò, il primo a prorogare fino al 31 dicembre 2004 il protocollo di intesa sugli spazi extraportuali, Berardinelli e Iovene portano a conoscenza che la “gestione associata” ha riscosso (fino allo scorso 30 settembre) 377.168 euro. Si presume di dover incassare, sempre per il 2002, ancora 557.461 euro relativi a concessioni prive di disciplinare e 735.280 per nuove pratiche o rinnovo di quelle scadute. Il totale sarebbe quindi di 1.669.910 euro. Un importo «calcolato in modo prudenziale, che non si discosta di molto dalle ottimistiche previsioni formulate a suo tempo dalla Regione». Per definire tutte le pratiche si ritiene di impiegare (al massimo) ancora 18 mesi. Per il 2003, i comuni che non hanno realizzato campi di boa sono stati invitati a prorogare di un anno le concessioni in scadenza.

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