Convenzione tra Comune e Fondazione Ugo Da Como per l’utilizzo della nuova struttura polifunzionale in rocca

22/10/2017 in Attualità
Di Redazione

La giun­ta comu­nale di Lona­to del Gar­da ha delib­er­a­to lo scor­so mart­edì 127 otto­bre la nuo­va con­ven­zione urban­is­ti­ca per la costruzione di un padiglione all’interno del­la roc­ca vis­con­teo vene­ta. La strut­tura a for­ma di cubo, prog­et­ta­ta dall’architetto lonatese Nicole Boni­ni con ampie vetrate e tet­to in erba per ridurre l’impatto ambi­en­tale all’interno delle mura, ha ottenu­to l’approvazione del­la Soprint­en­den­za Arche­olo­gia, Belle Arti e Pae­sag­gio per le Province di Berg­amo e Bres­cia e andrà a sos­ti­tuire l’attuale ten­sostrut­tura, occu­pan­do la stes­sa super­fi­cie e rispon­den­do alle esi­gen­ze di e Comune di Lona­to. L’accordo siglato tra i due enti, infat­ti, sot­to­lin­ea che “la nuo­va strut­tura garan­tirà l’implementazione di attiv­ità cul­tur­ali sia da parte del­la Fon­dazione stes­sa che da parte del Comune a pieno ben­efi­cio dei pro­pri cit­ta­di­ni”. In par­ti­co­lare, come si legge nel doc­u­men­to, “la Fon­dazione Ugo Da Como indi­vid­ua nel­la costruzione da real­iz­zarsi uno stru­men­to indis­pens­abile per garan­tire la soprav­viven­za, il man­ten­i­men­to, la ges­tione e la tutela del pro­prio pat­ri­mo­nio architet­ton­i­co, mon­u­men­tale, artis­ti­co, archivis­ti­co e librario”.

Il nuo­vo cubo sarà pron­to per il prossi­mo mar­zo, in tem­po per  l’edizione 2018 di Fiori del­la Roc­ca.

Non sarà dota­to di fon­dazioni estese, ma si erg­erà su micro-pal­i­fi­cazioni: l’elemento impor­tante è che pur non essendo una strut­tura “pre­caria”, la stes­sa si potrà in futuro rimuo­vere. Nel frat­tem­po, la con­ven­zione Fon­dazione-Comune sarà val­i­da per tut­ta la dura­ta del­la strut­tura. La quale svol­gerà in prat­i­ca le stesse fun­zioni dell’attuale padiglione: sarà des­ti­na­ta ad even­ti, con­gres­si, meet­ing e mostre, anche con il coin­vol­gi­men­to del Comune e delle asso­ci­azioni locali. Al Comune ven­gono infat­ti messe a dis­po­sizione ven­ti gior­nate di uti­liz­zo gra­tu­ito (escluse le gior­nate di alles­ti­men­to), sg

rava­to dai costi delle uten­ze, che saran­no sostenu­ti intera­mente dal­la Fon­dazione come pure gli oneri fis­cali e i costi di manuten­zione.

«L’amministrazione è favorev­ole alla strut­tura polifun­zionale in roc­ca –dichiara il sin­da­co – per­ché è un prog­et­to che va a ben­efi­cio dell’intera comu­nità lonatese: il Comune avrà a dis­po­sizione ben ven­ti date per l’utilizzo gra­tu­ito di ques­ta nuo­va loca­tion, con la pos­si­bil­ità di pro­porre mostre ed altri even­ti cul­tur­ali di qual­ità, pre­via comu­ni­cazione antic­i­pa­ta alla Fon­dazione. Il Comune di Lona­to con­tin­uerà quin­di a sostenere e incor­ag­gia­re la Fon­dazione riconoscen­dole l’importante ruo­lo di ente cul­tur­ale, deter­mi­nante anche per lo svilup­po tur­is­ti­co del­la nos­tra cit­tà».

«Come asses­sori alla Cul­tura e all’Urbanistica – affer­mano il vicesin­da­co (Cul­tura) e l’assessore (Urban­is­ti­ca) – esprim­i­amo mas­si­ma sod­dis­fazione per questo prog­et­to, che con­sen­tirà alla di con­tin­uare a lavo­rare orga­niz­zan­do even­ti di altissi­mo liv­el­lo, come Fiori nel­la Roc­ca, Lona­to in Fes­ti­val e altri, e di man­tenere in vita gli spazi e l’eredità del sen­a­tore Da Como».

Il com­p­lesso mon­u­men­tale del­la roc­ca di Lona­to, dichiara­to di inter­esse nazionale dal 1912, è di pro­pri­età del­la Fon­dazione isti­tui­ta dal Sen­a­tore Ugo Da Como, che volle affi­dare l’intero suo pat­ri­mo­nio all’istituzione cui statu­tari­a­mente spet­ta la ges­tione di un com­p­lesso di edi­fi­ci e un ingente pat­ri­mo­nio artis­ti­co, librario e doc­u­men­tario. Nel 2004 le spese di ges­tione con­sigliarono lo stu­dio di una serie di azioni volte ad aumentare gli introiti da devol­vere nei numerosi inter­ven­ti manu­ten­tivi riv­olti sia agli edi­fi­ci stori­ci che agli ogget­ti che arredano la Casa del Podestà (casa di Ugo Da Como) e gli impor­tan­ti volu­mi, molti mano­scrit­ti e miniati, del­la che con­ta oltre 52.000 titoli e che è, da sem­pre, acces­si­bile agli stu­diosi. Per com­pletare il pro­gram­ma di reper­i­men­to fon­di, nel 2006, si decise la col­lo­cazione tem­po­ranea di un padiglione all’interno di uno dei due quartieri del­la Roc­ca; questo padiglione garan­ti­va lo svol­gi­men­to degli even­ti, quali mat­ri­moni, meet­ing, con­feren­ze e con­veg­ni, anche in caso di mal­tem­po. «I risul­tati – sot­to­lin­eano i ver­ti­ci del­la – furono da subito molto pos­i­tivi e questo uti­liz­zo del­la roc­ca per­mise alla Fon­dazione di risoll­e­var­si da una situ­azione molto dif­fi­cile: fu imme­di­ata­mente chiaro che il padiglione cos­ti­tu­i­va una entra­ta eco­nom­i­ca essen­ziale per la soprav­viven­za dell’ente. La seg­nalazione di un grup­po di cit­ta­di­ni lonate­si che si dichiar­a­vano con­trari alla col­lo­cazione del padiglione (prob­a­bil­mente sen­za conoscere le reali moti­vazioni che ave­vano indot­to la Fon­dazione a ques­ta scelta) innescò un proces­so che, inevitabil­mente, com­portò la richi­es­ta da parte del­la Soprint­en­den­za del­lo sman­tel­la­men­to del­la strut­tura la cui for­ma e carat­ter­is­tiche inter­ferivano con lo stori­co edi­fi­cio. Con­sapevoli del fat­to che l’eliminazione del padiglione avrebbe impli­ca­to la chiusura di gran parte delle attiv­ità del­la Fon­dazione, i fun­zionari del­la Soprint­en­den­za avan­zarono l’idea di autor­iz­zare una costruzione con carat­ter­is­tiche non pre­carie in sos­ti­tuzione del padiglione da sman­tel­lar­si e più adegua­ta al con­testo del­la roc­ca di Lona­to. Sen­za alter­na­tive per­cor­ri­bili, la Fon­dazione ha accolto la pro­pos­ta e ha dato incar­i­co per la definizione del prog­et­to, allesti­to uni­ca­mente sec­on­do le diret­tive del­la Soprint­en­den­za, nel­la quale gli ammin­is­tra­tori del­la Fon­dazione riconoscono l’interlocutore per la definizione e soluzione di una ques­tione evi­den­te­mente molto del­i­ca­ta. La costruzione del padiglione – con­cludono i ver­ti­ci del­la Fon­dazione – prevede una serie di ver­i­fiche (alcune pre­lim­i­n­ar­mente già com­piute) e accer­ta­men­ti di natu­ra arche­o­log­i­ca nei pun­ti in cui dovran­no innes­tar­si le micro­fon­dazioni delle pal­i­fi­cazioni di sosteg­no del­la strut­tura, che sarà costru­i­ta in met­al­lo, leg­no lamel­lare e vetro. La strut­tura non sarà dota­ta di fon­dazioni estese sull’intera area del nuo­vo padiglione, ma con­cen­trate in pun­ti essen­ziali che ne garan­ti­ran­no la sta­bil­ità, sec­on­do quan­to pre­scrit­to dalle nor­ma­tive vigen­ti».

Per tale prog­et­to la Fon­dazione ha ottenu­to un finanzi­a­men­to di 500mila euro, che coprirà la mag­gior parte delle spese. Gli inter­ven­ti per sman­tel­lare il vec­chio padiglione sono già avviati e il nuo­vo sarà pron­to per la pri­mav­era 2018.

 

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