martedì, Aprile 23, 2024
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Madri, mogli, fidanzate e fans dietro le fatiche dei «bissaioli»

Cosa si respira ogni volta che si disputa una regata sul lago

Una magica serata, travolti dai fans delle bisse, le barche da regata dalla remata alla veneta. Un tifo per lo più al femminile fatto di madri, mogli, fidanzate e giovani ammiratrici, che ogni sabato sera sono al seguito della carovana dei rematori che si sposta da un centro all’altro del lago di Garda. Assiepano il lungolago, cercando il posto migliore, più vicino all’acqua per farsi sentire e incoraggiare i propri beniamini. Alcune si occupano dei rifornimenti per rifocillare gli atleti alla conclusione di ogni sfida remiera. Altre invece, le mogli più giovani, aspettano invece che tutto sia finito per passare ai padri i figli giovanissimi ancora in passeggino. «Sono dieci anni che non perdo una regata», dice Marzia Bongiovanni, moglie di Mauro Faraoni, il rematore di Garda da un decennio al terzo remo sulla bissa Bardolino, «e tutte le volte è la stessa apprensione fino a che la regata non finisce». Non è andata proprio bene questa volta? «Non direi visto che sono stati battuti per poco. Sicuramente sarebbe andata meglio se Mauro non si fosse fatto male al ginocchio. Non ha partecipato nemmeno al palio dell’Assunta di Garda per essere in forma per questa penultima sfida. Ci rifaremo sabato prossimo in modo da concludere il campionato al secondo posto». Annuisce la figlia Federica che di anni ne ha undici e si fa sentire non poco quando fa scattare, nei momenti cruciali della regata, la sua trombetta-spray. «Non la lascio mai perché è un portafortuna», sostiene Federica «e papà dice di sentirla per il suono diverso dalle altre». Compito ben preciso invece quello di Fiorenza, la moglie di Luciano Montresor il direttore sportivo delle bisse del Centro nautico bardolinese, preparare i dolci per ogni fine regata. Da consumarsi per lo più in piedi alla luce di un lampione su un qualsiasi lungolago oppure all’angolo del parcheggio ove viene sistemata l’auto appoggio con viveri e bevande. È uno sport povero e ognuno si arrangia come può. «Voglio bene ai ragazzi», ammette Fiorenza ,«come fossero miei figli». Non c’è da stupirsi che sia contraccambiata viste le specialità che sforna ogni sabato. «Questa alla cioccolata l’ho preparata venerdì sera», dice mentre la taglia, «l’altra questa mattina presto». Un happening nella sede del Centro nautico in via Preite questa volta, data la circostanza che si è regatata nelle acque di casa con presente assieme a tutti gli otto rematori e mogli del presidente del centro Pierluigi Pozzani e gli stretti collaboratori. Al parco di Villa Bottagisio Carrara dove i rematori di Garda stanno consumando un panino prima della premiazione ci sono anche Claudia e Gloria due gemelle diciannovenni dai capelli scuri la prima e biondi l’altra. Alle bisse si interessano da solo un paio d’anni da quando i loro boys hanno incominciato a remare. «Non è che li seguiamo sempre come vorremmo», sospira Claudia ,«diventa troppo impegnativo spostarsi sull’altra sponda del lago. Vedremo se sarà possibile il prossimo anno». C’è festa intorno all’Ichtya uscita vincente e pronta a sferrare, sabato prossimo, il colpo finale per conquistare per il secondo anno consecutivo la Bandiera del lago. Simona Mattei moglie del rematore Paolo Tacconi non si fa trasportare più di tanto dalla gioia del gruppo. «Sarà meglio aspettare la conclusione del campionato», sottolinea , «per non rimanere delusi. Se andrà tutto bene, allora si che sarà festa grande».

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