sabato, Aprile 20, 2024
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Una gara col tempo per raccogliere gli 800mila euro indispensabili al salvataggio di Santa Maria del Carmine a San Felice

Crepe profonde nei muri del santuario

Sos per il Santuario della Madonna del Carmine di San Felice del Benaco. Da qualche tempo l’antico edificio, sorto su una originaria cappella dedicata alla Madonna delle Grazie ed edificata a partire dal 1452, rivela qualche problema di carattere strutturale. Nelle pareti si sono aperte alcune fessure, che da un anno a questa parte vengono monitorate con opportuni sensori, ma è necessario – dicono i tecnici – intervenire rapidamente per consolidare l’intera struttura. «In particolare sono state scoperte alcune crepe – affermano i padri carmelitani che sono rientrati cinquant’anni fa nel santuario gardesano, dopo un’assenza duranta quasi due secoli – soprattutto sulle pareti di ingresso e del presbiterio, sulla volta e nell’abside. Vi sono anche alcuni problemi agli affreschi quattrocenteschi di straordinario pregio che ’’patiscono’’ l’umidità soprattutto nella parete di nord-est». Per realizzare l’intervento di consolidamento, di messa in sicurezza strutturale e di sistemazione degli affreschi occorrono almeno ottocento milioni di lire, solo in piccola parte già reperiti. I progetti esecutivi sono invece già pronti e per partire a questo punto mancano soltanto (si fa per dire!) i fondi. E proprio a questo scopo si è costituita un’associazione ’’Amici del santuario della Madonna del Carmine’’. Questi in sintesi gli interventi da effettuare: «Sono state riscontrate carenze – affermano i componenti del gruppo – nello stato di conservazione del campanile, manca un sistema di impermeabilizzazione ed isolamento della copertura della chiesa». A tutto questo va aggiunto «un intenso quadro fessurativo che interessa la volta a crociera dell’abside e la parete che divide quest’ultima dal presbiterio. Vi è inoltre presenza di umidità crescente e carenze nell’apparato per la raccolta e smaltimento delle acque piovane. Il ciclo degli affreschi presenta frequenti distacchi (l’affresco di sant’Alberto) diffusi depositi di sali solubili e di inquinanti sotto forma di effluorescenze e patinature biancastre. Ora ci si propone di effettuare un sostanziale intervento conservativo dell’edificio». Come detto, servono almeno 390-400 mila euro. «La sensibilità e la generosità degli estimatori di questo santuario – riferiscono ancora i promotori dell’iniziativa – possono concretizzarsi con somme da versarsi presso il santuario stesso oppure mediante bonifico bancario presso: la Banca di Credito Cooperativo del Garda, agenzia di Puegnago del Garda. Codice Abi: 08676. Codice Cab: 55590. Numero di conto: 131864-41». «I sensori applicati alle antiche pietre che sostengono il santuario – affermano ancora i padri carmelitani – documentano un lento ma inesorabile processo di deterioramento delle strutture. Per questo noi ci aspettiamo il sostegno di tutti, enti pubblici, privati, e persone qualsiasi che vogliono offrire il loro contributo per la salvaguardia di questo bellissimo capolavoro di storia, di arte e di fede»

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