martedì, Aprile 23, 2024
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Da Negri a Boni e Bassignani doppia mostra a Desenzano

Due mostre mantovane sul paesaggio caratterizzano la scena benacense: a palazzo Todeschini (Galleria Civica) sono esposte le opere di otto artisti sul duplice tema del paesaggio e della figura: alla Galleria La Cornice sono allineati gli oli di Sandro Negri, che si muove sulla natura in posa e sul paesaggio: «Silenzi» è il titolo della sua recente ricerca. Tra gli artisti del gruppo (informale, non strutturato) presente in palazzo Todeschini sono noti in città Angelo Boni, che pochi anni fa ha esposto nelle sale dell’Aa, e Franco Bassignani. Si muovono entrambi sul paesaggio, con una caratterizzazione che li differenzia: più attento al vero, al particolare, magari ingigantito, al sapore di memoria degli oggetti evocati, Angelo Boni, caratterizzato da un segno di grande efficacia narrativa; più attento ai ritmi cromatici della composizione, al sapore d’incanto della dimensione evocativa del paesaggio reale, Franco Bassignani, inquadrabile in quella modalità compositiva che unisce spazio reale e spazio mentale, per trascrivere la verità emotiva delle cose. Due dimensioni, quella più di memoria e quella più evocativa, quella più aderente al vero e quella più accentuata sui ritmi della composizione, fino alle soglie dell’informale, caratterizzano anche il resto del gruppo di amici espositori. Nelle opere degli artisti del sodalizio alto mantovano emerge anche il percorso verso la figura, emergono gli accenti astratti, viene crescendo quel dissidio tra prelievo ed emozione, che è uno dei temi del secolo che abbiamo appena chiuso. Sono esposte le opere di Giuseppe Botturi, Mario Calzoni, Augusto Morari, G. Piero Moretti, Stefano Nardi e G.Carlo Zanini. Quasi dietro palazzo Todeschini, nella galleria di Zacchi – padre e figlio – in piazza Malvezzi 45, i Silenzi di Negri. Un mondo di memorie, quasi un mondo degli ultimi, raccolto attraverso una pittura corposa, dove la materia crea immagine, sulla linea della lezione informale, trattenuta tuttavia sulle soglie di una riconoscibilità verosimile, da cui Negri non vuole uscire. Un mondo contadino, fatto di lavoro e di silenzi, di valori e di entusiasmi, che sembrano appartenere a altra epoca; è l’ultima immagine di un mondo tra poco scomparso non solo dalla vita ma anche dalla nostra memoria. Con i valori che ad esso sono connaturati. La mostra in palazzo Todeschini termina il 28 ottobre; quella nella galleria La Cornice il 30 ottobre.

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