mercoledì, Aprile 24, 2024
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Ridisegnato il centro di Ferrara di Monte Baldo e Vasco Senatore Gondola apre una serie di conferenze sul suo passato

Dai feudi agli alberghi

Ha una sua storia poco conosciuta il piccolo nucleo di case ai piedi del Baldo, che conta ora solo un centinaio di abitanti ma che, soprattutto d’estate, si anima di turisti e di chi, dalla città o altri paesi, riapre le vecchie case per le ferie. Comunque, se le antiche glorie sono di buon auspicio, pare proprio questo il destino di Ferrara che, in questi anni, sta mettendo in cantiere opere veramente d’azzardo. Della sua storia ha parlato di recente in sala consiliare Vasco Senatore Gondola, 55 anni, caprinese che, proprio in questi giorni, è stato eletto presidente del consiglio di amministrazione dell’ istituzione biblioteca Museo di Caprino, il cui programma per la stagione 2004/2005 dovrebbe uscire a ore. Gondola è un vero studioso di storia baldense. Amministratore di Ferrara per oltre vent’anni, è giornalista, insegnante di materie letterarie in un istituto superiore veronese, cancelliere dell’Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona. La conferenza da lui tenuta si intitolava: «Ferrara di Monte Baldo, negli anni Venti e Trenta». C’era il sindaco Paolo Rossi ed Eugenio Adamoli, assessore alla cultura e organizzatore dell’incontro, ha commentato: «Credo che per parlare del nostro Comune il professore sia uno dei personaggi più competenti della vallata». E ancora: «Ha svolto ricerche e approfondimenti sulla storia di Ferrara di Monte Baldo tra gli anni successivi alla prima guerra mondiale e il 1939. È un periodo poco conosciuto, ma che inizia ad essere studiato. Il lavoro di ricerca svolto su alcuni nostri personaggi del periodo è significativo e da valorizzare. Per questo il settore cultura del Comune ha predisposto una serie di incontri nel corso dei quali, di volta in volta, si parlerà di questi personaggi del passato, come Francesco Piazzano, sindaco dal 1924 e poi Podestà del Comune fino al 1930, o i Candelpergher, feudatari del paese». Intanto quel primo incontro è stato una specie di excursus.«Terminata la bufera della guerra, Ferrara abbandonò il ruolo di paese di confine frequentato da militari e contrabbandieri, per trasformarsi in un centro turistico, e il medico condotto Bruno Reggiani si diede da fare per la sua promozione», ricorda Gondola. «Vincenzo Tonini costruiva il Nuovo Albergo del Baldo, mentre gli alberghi La Posta, Fiume e Al Pavone continuavano la loro attività». «A questo fervore edilizio», continua Gondola, «corrispondeva il riconoscimento ufficiale del paese come stazione di soggiorno e turismo e veniva attivata la linea di trasporto pubblico Caprino-Verona». Allora si iniziò a parlare di sci: «La Pro Montibus fu un’intuizione del dottor Gino Marchetti, che per primo ipotizzò la realizzazione di stazioni sciistiche». Poi nel 1920 Ferrara si illuse di poter puntare sul settore estrattivo: «L’ingegnere Federico Federici aprì la prospettiva economica dell’estrazione del marmo ad Albarè. L’attività iniziò nel ’26 con la escavazione della Società Marmi Colorati di Carrara e si concluse nel 1962 con la ditta di Pietro Tisato. In quegli anni si riprese la costruzione dell’acquedotto e vennero sistemate le malghe dissestate dalla guerra. Era sindaco Piazzano quando alle vie di Ferrara fu data una nuova toponomastica». In quei tempi di finanza risanata vissero don Andrea Zanetti (parroco dal 24 al ’31), l’autotrasportatore Ettore Muzzi, il medico condotto Ferdinando Pace, grandi possidenti come i Candelpergher, il medico condotto Bruno Reggiani».

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