giovedì, Aprile 18, 2024
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A un anno esatto dalla sentenza con cui il Tar della Lombardia accolse la tesi di ABeM, sostenendo che per l’assegnazione della concessione del D’Annunzio si doveva procedere per gara europea, si vivono ore cruciali per il destino dell’aeroporto bresciano

D’Annunzio, ore cruciali Broletto socio allo 0,16% 

 A un anno esatto dalla sentenza con cui il Tar della Lombardia accolse la tesi di ABeM, sostenendo che per l’assegnazione della concessione del D’Annunzio si doveva procedere per gara europea, si vivono ore cruciali per il destino dell’aeroporto bresciano. Tra meno di cinque giorni, infatti, la giustizia amministrativa nella sua espressione suprema, vale a dire il Consiglio di Stato, sarà chiamata a pronunciarsi nuovamente sulla vertenza ABeM-Catullo, e questa volta in via definitiva.A meno di un’intesa in limine, per la quale restano ormai davvero poche ore, il pronunciamento segnerà il destino futuro dello scalo bresciano. Anche ieri le indicazioni che davano per imminente un confronto tra il presidente della Provincia, Daniele Molgora, e i vertici di ABeM, non hanno avuto riscontro. Da parte sua, Franco Bettoni, presidente della Camera di Commercio – al contempo azionista tanto di D’Annunzio e Catullo, quanto di ABeM – ribadisce ancora una volta che «la posizione camerale resta quella: non abbiamo visto nulla di scritto e perciò di ipotesi che non ci vengono prospettate ufficialmente non parliamo». E assicura anche che la Cdc non intende in alcun modo versare quanto previsto al fine di rientrare a pieno titolo nella compagine societaria della Spa monteclarense, il cui capitale, ricostituito lo scorso dicembre, è per intero nelle mani di Catullo. Il tempo utile per i due soci bresciani – Broletto, che ha stanziato una «fiches» da 25mila euro per restare con un piede in D’Annunzio, sufficiente a ripianare perdite e acquisire azioni in quota dello 0,16% – pareva dovesse scadere proprio ieri: invece, la clausola dell’atto assembleare di ricostituzione del capitale recitava per l’esattezza che i 60 giorni utili per «riscattare» le quote inoptate scattavano a far data dal giorno di deposito dell’atto medesimo al Registro delle Imprese. Il termine ultimo, dunque, è fissato al 17 febbraio: mercoledì prossimo, o per dirla altrimenti, il giorno dopo l’attesa udienza del Consiglio di Stato.Sullo sfondo restano i timori. Su tutti quello di veder sfumare, nelle more della contesa bresciano-veronese, la possibilità di sapere il D’Annunzio parte integrante di quel progetto di sistema aeroportuale del Nord Italia – sull’asse Malpensa-Linate-Orio-Brescia-Verona – sul quale è tornato anche ieri il presidente della Catullo, Fabio Bortolazzi, intervenendo all’«Italy & South Eastern Europe Investment Forum», organizzato dal Ministero dello sviluppo economico.Nella sua relazione, ha anzi ripercorso il piano di sviluppo per Montichiari e Villafranca, supportato da investimenti per 78 milioni di euro. In particolare, Bortolazzi si è soffermato proprio sulle vicende del D’Annunzio, premettendo un significativo “se”: «Il piano di sviluppo per lo scalo Montichiari già presentato ad Enac potrà essere attuato solo dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato circa la questione della concessione. Se la Società Catullo sarà riconosciuta unica società legittimata a ricevere la concessione, si lavorerà per sviluppare ulteriormente la vocazione cargo dello scalo bresciano e a latere allo sviluppo progressivo dell’aviazione generale, oltre al traffico low cost e charter fino a saturazione della capacità».Una vocazione a prevalenza cargo, ma con spazio però anche al traffico generato dal costituendo terminal di aviazione generale, e a quello passeggeri. Ma il secondo obiettivo ribadito da Bortolazzi è l’adesione al sistema aeroportuale: «L’altro elemento chiave della strategia per lo sviluppo degli scali è il progetto che prevede la costituzione di un unico sistema aeroportuale, South European Airport System, coinvolgendo gli scali milanesi e gli scali di Verona e Brescia. Il progetto, a cui si lavora da mesi, primo e unico in Italia, creerà un sistema in grado di competere con i maggiori sistemi aeroportuali integrati del Nord Europa, riferendosi a una catchement area di circa 60 milioni di passeggeri e oltre un milione di tonnellate cargo annue. L’asse attraverserà virtualmente tutto il Nord Italia, creando un link strategico e funzionale tra gli aeroporti di Verona, Brescia e gli scali milanesi».

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