mercoledì, Aprile 24, 2024
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Si è chiusa con un calo di frequenze la mostra mercato del miele ma gli apicoltori non demordono. La strada da battere è l’associazionismo

Demoralizzati ma non sconfitti

Apicoltori demoralizzati ma non vinti. Al momento di «criticità» del settore, dovuto alla mancanza del 70 per cento della produzione gli operatori del settore hanno reagito rimboccandosi le maniche pronti a ricostruire, in molti casi, l’allevamento apistico e quindi mostrando fiducia dopo un’annata disastrosa a seguito delle avversità meteorologiche. La prima reazione è stata quella di non disertare «i giorni del miele», la mostra mercato lacisiense dei mieli italiani, dei prodotti dell’arnia e delle attrezzature per l’apicoltura. Soltanto una manciata di espositori hanno infatti rinunciato, questo per mancanza di miele, alla loro tradizionale presenza a Lazise. Un leggero calo anche tra i visitatori, rispetto alla scorsa edizione, ma con oltre 28 mila presenze delle quali la metà costituita da operatori del settore (apicoltori, tecnici, funzionari regionali dell’associazionismo apistico, studiosi, veterinari ecc.), il 20 per cento da appassionati di prodotto e alimentazione naturale e il restante dal grande pubblico. La giornata clou di domenica scorsa con 18 mila presenze ha visto visitatori arrivati in pullman dalla Liguria, dalle Marche, dal Piemonte, dalla Toscana, dall’Emilia-Romagna e della Campania. Oltre alle diverse specificità di mieli italiani, prodotto poco ma di grande qualità, molto apprezzata dal pubblico è stata anche la produzione della cera d’api: dalle candele profumate alle piccole, a sculture per il presepio. Grande interesse, specie nel pubblico femminile, sta sempre più incontrando la cosmesi derivata dai prodotti dell’alveare. Apicoltori che in un incontro con i funzionari della Regione Piemonte e del Veneto hanno affrontato il problema dell’associazionismo apistico con unanime il rilievo emerso dell’unitarietà che rappresenta il grande obiettivo dell’apicoltura per essere riconosciuta anche nella sua valenza di legame per la qualità delle produzioni ortofrutticole e dell’ambiente. La consapevolezza da assumere, da parte degli apicoltori che ogni intervento politico non può che nascere dalla capacità di avanzare proposte di progetto in grado di andare oltre la richiesta di contributi fine a se stessa. Determinante pertanto il confronto sulle esperienze che ogni Regione affronta, dalle quali far emergere testimonianze utili proprio in funzione di un’idea sistema per l’apicoltura italiana, che sempre più riveste un ruolo fondamentale per tutto il sistema agricolo nazionale. Portando i saluti del ministro Alemanno, il sottosegretario per le riforme istituzionali Aldo Brancher ha confermato l’impegno del ministro a ricercare quelle soluzioni avanzate, e illustrate, nell’incontro avvenuto a Roma, dall’Associazione Città del Miele, dall’Osservatorio nazionale di apicoltura e dalle Associazioni di categoria, a fronte di un’annata produttiva particolarmente critica. Il momento particolarmente critico del settore ha confermato, in chiusura della manifestazione di Lazise, tutta l’attualità dell’annualità della manifestazione attivata dal Comune lacisiense su richiesta ribadita da anni dagli apicoltori italiani. La cadenza annuale, infatti, consente all’apicoltura italiana di riaffermare costantemente non solo l’esistenza di un comparto economico nelle sue valenze produttive, ma anche la funzione che il settore assume a favore dell’ambiente e dell’agricoltura in generale.

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