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CHIRURGIA MININVASIVA E DELL’OBESITÀ: UNA TECNICA SEMPRE PIÙ UTILIZZATA. Dr. BELLINI: “PRODUCE MENO DOLORE E PER IL PAZIENTE I VANTAGGI SONO MOLTEPLICI”

DESENZANO: da gennaio attiva nuova Unità Operativa

E’ tempo di bilanci per l’Unità Operativa Semplice (U.O.S.) di Chirurgia Mininvasiva e dell’Obesità, attivata il gennaio scorso e che, dall’inizio dell’anno, sta dando i risultati sperati. A parlarcene il Responsabile Dr. Fabrizio Bellini.“La Chirurgia mininvasiva, attiva all’ospedale di Desenzano ben prima del gennaio 2005, grazie al Direttore Generale Mauro Borelli ed al Primario di Chirurgia Prof. Carlo Zola, ha dall’inizio di quest’anno una propria collocazione nell’ampio panorama dei servizi offerti rispondendo alle esigenze della comunità”.Dottore, può spiegare cosa tratta l’U.O.S. da lei diretta?“In sostanza il servizio si può suddividere in due branche: il trattamento di tutte le patologie suscettibili di terapia laparoscopica e la chirurgia bariatrica o dell’obesità. Inoltre, la tecnologia laparo-scopica, si applica alla chirurgia d’urgenza diagnostica”.Ci può illustrare queste due aree d’intervento, la loro tecnica e quali problematiche affrontano?“Certamente. La chirurgia mininvasiva , come spiega già dal suo nome, è una tecnica che, grazie alla laparoscopia, consente di ottenere gli stessi risultati della chirurgia aperta ma di non essere troppo invasivi sul paziente che subisce l’intervento. In sintesi, la laparoscopia è un intervento chirurgico che è effettuato attraverso dei fori praticati sull’addome dei pazienti dove, con l’utilizzo di particolari strumenti e di una piccola telecamera, il chirurgo riesce ad intervenire dall’esterno guardando l’evolversi dell’operazione attraverso un monitor. Con questa tecnica si effettuano molti tipi d’intervento: dall’appendicectomia fino alla chirurgia del colon, dall’ernia iatale sino alla colecisti, questi solo per fare qualche esempio. Invece, per quanto riguarda la chirurgia bariatrica o dell’obesità, noi effettuiamo tre tipi d’intervento: il bendaggio gastrico, il by-pass gastrico ed il pallone intragastrico. Infine, la chirurgia diagnostica è solitamente applicata in regime d’urgenza, cioè quando si utilizza la laparoscopia per capire di quale problema il paziente è interessato per poter successivamente intervenire direttamente sulla patologia, o in laparoscopia o con la chirurgia tradizionale”.Mi scusi, per quanto riguarda la chirurgia bariatrica, lei ha parlato di tre interventi. Quali sono le differenze che determinano la scelta del tipo d’intervento?“Ovviamente, per quanto riguarda l’obesità, l’indice di massa corporea (BMI) è il dato che determina la tipologia dell’intervento. Infatti, se il BMI, che è un rapporto tra peso ed altezza, è compreso tra 35 e 45 proponiamo il Bendaggio Gastrico, se è superiore a 45 proponiamo il By Pass Gastrico, mentre riserviamo il pallone intragastrico ai pazienti super obesi per ridurne il peso ed i rischi operatori, in vista del successivo intervento”. Quanti interventi la sua U.O.S. effettua in un anno?“La chirurgia mininvasiva laparoscopica veniva ovviamente eseguita anche prima di tale data, ma la istituzionalizzazione di questa specialità permetterà di uniformare da parte di tutti i chirurghi il modo di operare e di estendere tale metodica ad ulteriori patologie. Dato che il servizio è stato attivato nel gennaio scorso, non disponiamo ovviamente di numeri precisi ma, con l’andamento di questi primi nove mesi d’attività è possibile dare comunque qualche cifra. Per quanto riguarda la chirurgia mininvasiva, effettuiamo per esempio circa 100 colecisti, 20 interventi al colon 15 ernie bilaterali, ecc. Queste cifre dimostrano che il servizio lavora con continuità”.E per quanto riguarda il numero degli interventi di chirurgia bariatrica?“Per questi tipi d’interventi, abbiamo tra l’altro una lista d’attesa che oggi arriva sino al giugno 2006. Ad ogni modo, in un anno effettuiamo circa 80 bendaggi gastrici, mentre sia per il by-pass sia per il pallone intra-gastrico ne sono fatti 20. Inoltre, desidero ricordare che il paziente che effettua questo tipo d’intervento, è supportato da un’equipe di specialisti (psicologo, endocrinologo e dietista) sia prima sia dopo l’intervento. Un fatto importante che consente al paziente di essere sempre seguito”.Quali vantaggi offre la chirurgia mininvasiva rispetto a quella tradizionale?“I vantaggi sono numerosi. Prima di tutto, rispetto ad un intervento di chirurgia tradizionale, l’operazione laparoscopica è di gran lunga meno dolorosa per il paziente perché è meno invasiva. Inoltre, il paziente ha un decorso post-operatorio più rapido, ha risultati estetici migliori e un impatto sociale migliorativo”.Perché ha un miglior impatto sociale?Perché per il paziente è possibile una più rapida ripresa dell’attività lavorativa, mentre per la struttura sanitaria c’è un risparmio economico importante poiché si accorciano sensibilmente i tempi di degenza”.Un’ultima domanda. La chirurgia mininvasiva è migliore di quella tradizionale?“Entrambe le tecniche sono in grado di assicurare al paziente un’assistenza adeguata. La chirurgia mininvasiva però, per le motivazioni sopraccitate, offre molteplici vantaggi che la rendono l’approccio chirurgico di scelta migliore per numerose patologie.”.“L’Attivazione di quest’U.O.S. – rileva il Direttore Generale Mauro Borelli -, è stata una scelta motivata non solo per rispondere sempre meglio alla domanda d’assistenza della degenza, ma anche perché il progresso tecnologico ci consente di utilizzare tecniche sempre più raffinate. Inoltre, se da un lato è importante che la laparoscopia ci consente di offrire una chirurgia di qualità riuscendo pure a risparmiare un po’ di quattrini, dall’altro, con la chirurgia bariatrica riusciamo a curare un problema sociale qual è oggi l’obesità. Infatti – conclude -, grazie all’impegno del Prof. Zola, del Dr. Bellini e dei loro collaboratori, l’Azienda Ospedaliera è oggi uno degli ospedali di riferimento per la regione Lombardia per i problemi legati all’obesità”.

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