venerdì, Aprile 19, 2024
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Paolo «Trota» Calzà e Giuseppe Bagattoli hanno aperto una nuova via sulla parete est di Cima Capi 800 metri a strapiombo sul Garda. Su quella montagna firme prestigiose dell'alpinismo trentino

Diciotto tiri con passaggi di VII+, per ricordare Rino Zanotti

Paolo «Trota» Calzà e Giuseppe Bagattoli, guide alpine, hanno aperto sulla parete Est di Cima Capi, quella che strapiomba sulla valle dello Sperone, una nuova via che hanno chiamato «via del Grola» dedicandola a Rino Zanotti. L’ultimo dei 18 tiri è stato superato fra il 28 ed il 29 settembre, coronando un paio d’anni di tentativi, studi, assaggi. Ottocento metri di roccia, parte sana parte friabile, con difficoltà di VII e qualche passaggio di VII+, la via sale in verticale quasi perfetta sfruttando una sequenza di fessure fino al «cuore giallo» – macchione chiaramente visibile anche da Riva che rappresenta il passaggio più difficile – per superare il quale occorre vincere una serie impressionante di sporgenze, subito sotto la croce posta in vetta. Cima Capi rappresenta un classico per gli scalatori rivani: il primo a salirla per la cresta sud è stato Arturo Ehrne nel 1908: adesso è una splendida e comoda ferrata intitolata a Fausto Susatti. Ma poi con quella parete si sono misurati alcuni dei più bei nomi dell’alpinismo trentino: Marino Stenico nel ’39 con Pino Fox, Tello Ferrari trent’anni fa, Giuliano Steghel con Walter Vidi nell’ ’87, e poi lo stesso «Trota» su tracciati sempre più complicati: con Rino Zanotti nell’ 87, con Danny Zampiccoli per la via «Vento del Ricordo» dedicata all’amico Michele Nogler, con Gino Malfer nel ’90, ed ora con Giuseppe Bagattoli. Rino Zanotti, scomparso da qualche anno, è stato per anni un prezioso, insostituibile satino: uno di quegli uomini, silenziosi e miti, forti e delicati, che hanno la montagna dentro. E non solo gli strapiombi esposti ma i sentieri, le ferrate, il colore da rinnovare a primavera, i ferri delle scale dell’Amicizia piegati dai sassi o rovinati dal gelo da sostituire, la generosa e silenziosa e continua presenza dappertutto dove ci fosse qualcosa da fare: e per premio, cinque minuti di pace dal belvedere lungo il sentiero dei paloni che scende da bocca d’Enzima. La Sat gli ha dedicato il sentiero che dal Concolì sale al Giochello. Paolo Trota e Bepi Bagattoli l’hanno voluto ringraziare, a modo loro.

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