sabato, Aprile 20, 2024
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Da febbraio cambiano gli orari per visitare la collezione dell’albergatrice Hildegard Mayr Hinterkircher. Esposte 250 statuette di Gesù Bambino, realizzate nell’arco di quattro secoli dal ’600 al ’900

«Divino Infante», una mostra riuscita

Il primo ciclo di apertura del nuovo museo del «Divino Infante» di Gardone Riviera si chiude a fine gennaio. Il breve periodo inaugurale è stato un successo: più di 1500 visitatori. Da febbraio il museo di Via dei Colli 31 resterà aperto nei fine settimana e nei giorni festivi. Tuttavia è sempre possibile prenotare la visita per i gruppi su appuntamento nei giorni feriali (tel. 036.293.105). La signora Hildegard Mayr Hinterkircher si è dichiarata soddisfatta dell’accoglienza fatta alla sua iniziativa museale, grazie alla quale ha realizzato un sogno. Nata e cresciuta a Monaco di Baviera, ha scoperto sul Garda, dopo il matrimonio, la passione di collezionare statuette di Gesù Bambino che l’ha accompagnata nella vita. «La mia famiglia, ancora dai tempi dei miei nonni, ha sempre avuto la passione per l’arte – afferma –. Sono cresciuta in mezzo alle belle cose, fino a quando, durante i bombardamenti, la maggior parte é andata persa. Circa 35 anni fa, in occasione della ricerca di vecchio pentolame di rame per l’albergo, mi é stato regalato il primo bambinello, non molto grazioso, per la verità. In seguito me ne sono stati offerti altri. A quei tempi costavano poco perché non li voleva nessuno». Anno dopo anno ha raccolto 250 esemplari di quattro secoli, dal 1600 al 1900: Gesù Bambino in culla, dormienti, in trono, in fasce o sontuosamente vestiti. Sono opere italiane, di tutte le regioni, di tutte le misure, prodotte in tutte le materie. Ha dedicato il suo tempo libero non solo alla ricerca, ma anche al restauro, allestendo un laboratorio ben attrezzato. «A Monaco di Baviera, dopo la maturità, avevo frequentato l’istituto privato del prof. Blocherer ricevendo un’eccellente formazione in diversi percorsi dell’arte: pittura, grafica, architettura degli interni, costumi, arredi, scenografia teatrale, illustrazioni con relativa pratica nei vari settori. Sono stati gli strumenti che mi hanno permesso di dedicarmi al restauro delle statuette». Ed ecco il sogno del museo in cui collocare l’insolita collezione. L’opportunità è stata l’acquisto di un edificio (ex albergo), non lontano da quello prestigioso e storico di famiglia: il Grand Hotel Fasano. Lo ha fatto ristrutturare ricavando i grandi spazi per il Museo del Divino Infante. «Il museo è stato inaugurato il 18 novembre – afferma ancora –. È una realizzazione del tutto privata, il compimento di un sogno di tutta la mia vita. Si estende su circa 1.000 mq su due piani collegati in un unico percorso espositivo. Sono stati pure realizzati ambienti per mostre collaterali, conferenze, concerti, piccoli ricevimenti e cucine per degustazioni, in particolare riferite alle tradizioni gastronomiche natalizie». La nuova struttura è stata ideata e portata a compimento secondo i criteri museali più avanzati: dalle vetrine che ospiteranno le statue, ai colori delle pareti, all’illuminazione, ai locali accessori. Il percorso è arricchito da opere complementari (quadri e altro) che «vestono» ulteriormente i grandi spazi. Di effetto scenografico è il notevole presepio napoletano con oltre un centinaio di personaggi.

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