venerdì, Aprile 19, 2024
HomeManifestazioniAvvenimentiDove l'òra soffia gagliarda regna il trisàc: gioco e filosofia
Svacco e burla. Veleno e furfanteria. E' così, d'inverno, fin dai tempi dei «barcaroi»

Dove l’òra soffia gagliarda regna il trisàc: gioco e filosofia

Puntuale come gli ultimi tedeschi della Traubenkur, si rimette in moto il grande torneo di trisàc, che da qui a dicembre porterà nei bar del Basso Sarca e della valle di Ledro qualcosa come 1024 aspiranti campioni. E’ vero, ci saranno i «ripetenti»: ma dire che almeno 4-500 giocatori si dedicheranno alla contesa è una stima non lontana dalla realtà. «Ma cos’è mai questo trisàc?». Altrettanto puntuale, al telefono della nostra redazione, mi toccherà risentire questa domanda, buttata lì – tra l’ironico e il curioso – da lettori, o da colleghi, trentini (o roveretani, o delle valli), del tutto a digiuno non solo delle regole, ma anche della «filosofia» di questo gioco di carte, che si pratica (e accanitamente) soltanto nell’alto Garda e nella valle di Ledro. Mi toccherà di rispondere, un po’ evasivamente, che pur essendo il sottoscritto il «massimo teorico vivente» del trisàc – patente che mi viene universalmente riconosciuta da quando sono riuscito a condensare in «appena» tre pagine formato tabloid la normativa del gioco – la via più breve per imparare l’arte sarebbe quella di sedersi ad un tavolo ed iniziare… l’apprendistato.Ma non lo faranno mai, i miei simpatici interlocutori non autoctoni. Così come l’òra gardesana soffia gagliarda solo a partire da Malcesine e Limone – per poi sferzare rumorosa le barche negli ormeggi di Riva, i bròccoli di Torbole; e risalire i forti di Nago da una parte, e dall’altra la rupe dei conti d’Arco e i macigni rotolati giù dal Brento fino a Dro, «paese della prugna» (la cui etichetta mi sembra un’altra allegoria delle nostre scelte esistenziali) – così il trisàc appassiona l’esatto identico territorio. E muore oltre: inesorabilmente e senza alcun rimpianto.Perchè? Dev’esserci, oltre che la questione climatica e geografica in senso stretto, anche un aspetto legato al carattere goliardico e scanzonato delle genti della Busa; e all’ amor di rapina (il che spiega la diramazione nel ledrense, che tradizione e semantica, definiscono come «terra di ladri»). Voglia di «defraudare» l’avversario e di prenderlo per i fondelli – massime se di amico si tratta – costituiscono la benzina che fa andare a tutta birra il motore del trisàc. Per cui la sua limitata ma potentissima diffusione (in tutti gli strati sociali: dal bischero all’azzimato frequentatore dei salotti buoni) corrisponde esattamente all’area entro la quale, se vi capita si scendere in frequentatissima piazza e gridare a squarciaola «Ehi, mona!», avrete la mirabolante reazione che tutti – ma proprio tutti – si girano verso di voi per attaccare il discorso, sentendosi chiamati per nome.Sciocchezze? Nossignori. Riva, che è decisamente la capitale della gardesanità e del trisàc, annovera tra le sue istituzioni il cosiddetto «Bar degli stupidi», la cui frequentazione è d’obbligo per sentirsi…in società. Siamo fatti così. Quando i barcozzi erano stracolmi di trote e di sardène – e i commercianti dell’Impero avevano scucito corone sonanti in cambio del pescato – nei fondachi del porto, rinfrancati dalla pagnotta garantita fino all’indomani, i pescatori dai peli inceneriti dal sole e dagli spruzzi dell’onda, tornavano per ore e ore alla beata incoscienza infantile. E si giocavano a trisàc il conto dell’oste, in un crescendo di profonde banalità quotidiane e di facezie: che a un pubblico squisitamente trentino sarebbero sembrate perdita di tempo e ignoranza allo stato cristallino.Analisi sbagliata: perchè i tempi e i ritmi del lago, non sono i tempi e i ritmi delle campagne e dei monti. Qui si passa in pochi attimi dalla tempesta alla quiete. Dalla serietà (galanteria) allo svacco (furfanteria). E i lunghi intermezzi sono un fatuo ridersi o piangersi addosso. Anche oggi – mentre i novelli Asburgo e figli d’Albione lasciano il campo turistico disseminato di milioni e milioni di valuta ripartiti in piccoli e grandi fiumi – il trisàc torna ad essere, nei mesi del freddo, il paradigma della nostra vita.

Nessun Tag Trovato
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video