martedì, Aprile 23, 2024
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Comune, associazioni e Sovrintendenza contro due imminenti operazioni edilizie

E adesso Puegnagoha paura del cemento

Frutto di scelte risalenti agli anni ottanta e novanta, due interventi di cementificazione potrebbero segnare ulteriormente il territorio di Puegnago, che oggi rimane ancora tra i più verdi della zona.Uno è il piano di lottizzazione detto «Pa 14» sopra la collina dietro la Chiesa inserito nel Piano regolatore del paese nel lontano 1982 e ora vicino a «maturazione». L’altro è il complesso commerciale Santa Chiara sulla ex statale a Raffa inserito nel Piano regolatore adottato nel 1994.Gli ambientalisti lamentano la rovina di un «cordone» di colline moreniche da tutelare, e anche l’attuale amministrazione comunale non è d’accordo con questi interventi, decisi anni addietro. E mentre il vicesindaco lancia un accorato appello ai privati, si schiera la Sovrintendenza che denuncia gli «orrori architettonici».Il «Pa 14», approvato pochi anni fa, è frutto di un accordo che portò alla cessione gratuita del castello. Sono previsti poco meno di 18mila metri cubi per una sessantina di appartamenti. L’area interessata è inserita nella dorsale morenica che da Salò scende a sud e domina come da un balcone il Garda. L’ambiente, dove sono inseriti i laghi di Sovenigo, è di grande pregio paesaggistico.Oltre alle criticità ambientali, c’è il timore che si riproponga un modello urbanistico negativo già attuato nel vicino Borgo Alto. Ovvero che diventi un complesso di seconde case con una connotazione puramente speculativa. «Sembra che qua – commenta Giuliano Donà presidente di Viviamo Puegnago – si sia solo capaci di fare edilizia di basso conio».Neppure dalla Soprintendeza per i beni architettonici e paesaggistici escono pareri favorevoli. «Il Pa 14 è un intervento molto impattante – commenta il sovrintendente Luca Rinaldi -. Il centro storico del paese è sostanzialmente ben conservato, con castello e vista lago. Così si intacca la valletta e la collina con un intervento di notevole superficie. Questo va contro le tendenze abituali di contenimento di espansione urbanistica residenziale».Il complesso di Santa Chiara, invece, fu inserito nel Piano adottato nel 1994, poi tolto dalla Regione in fase di approvazione, ma reinserito nel 2004 in seguito a un ricorso al Tar. Questo si inserisce in una delle poche zone verdi residuali sulla Sp 26. L’associazione presieduta da Donà in collaborazione con Italia Nostra, Legambiente, Comitato colline moreniche e Roverella ha messo per iscritto un parere assolutamente negativo per due «interventi che non rispettano il paesaggio del paese».Alcune settimane fa il senatore Aventino Frau, presidente della Comunità del Garda, commentava che in quel tratto di Sp26 «non c’è differenza da una strada della periferia milanese». E un altro aspetto lo sottilinea il soprintendente Rinaldi: «La Provinciale è la sintesi degli errori urbanisitici e degli orrori architettonici. Santa Chiara è in zona a cavallo tra Salò e Puegnago dove c’è ancora un rapporto tra spazio verde e colline».Per quanto riguarda Puegnago, anche l’amministrazione non è contenta. «Non siamo d’accordo su quelle aree inserite nei due PRG – spiega il vicensindaco Adelio Zeni – Noi non le avremmo messe, ma ora ce le subiamo. Siamo uno dei paesi che più ha preservato il verde. Qualcuno dovrebbe comprare queste due aree per tenerle verdi. Per il Comune costano troppo, ma stiamo acquisendo altre aree ancora agricole».[FIRMA]

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