sabato, Aprile 20, 2024
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Boschelli è stato premiato a Bardolino per l’oro ai mondiali di canottaggio, Policante è ai vertici in Italia con la sua bici. Nemmeno 18 anni, primeggiano nel canottaggio e nel bike trial

È il tempo dei campioni in erba

Lo sport: tiranno che affascina e seduce. L’incontenibile gioia della medaglia arrivata dopo estenuanti allenamenti, nello stesso tempo è motivazione per nuovi sacrifici verso altri allori. È così per chi fa dello sport una professione. Paola Pezzo, per esempio, dopo aver nuovamente vinto a 36 anni il titolo italiano, madre di un bambino di quattro anni e due volte campionessa olimpica, europea e del mondo, si trova proiettata ai mondiali di mountain bike a Livigno nella specialità del Cross country. Ma è così anche per Mattia Boschelli, il ragazzone della Canottieri Bardolino, che a Brandeburgo ha vinto una prestigiosa medaglia d’oro ai mondiali junior di canottaggio. Reduce dalla vacanza e ammagliato dai festeggiamenti si trova già impegnato ad allenarsi per partecipare, per la Canottieri Bardolino, ai campionati italiani di canottaggio del 18 settembre all’idroscalo di Milano. «È un impegno in più di quanto fatto allenandomi per una stagione intera nel quattro di coppia», mette in chiaro Mattia, premiato sabato scorso dal sindaco Pietro Meschi e dagli assessori Francesco Marchiori, Gabriele Zorzi e Plinio Boni, alla presenza di genitori e familiari oltre che di un folto gruppo di rappresentanti delle società sportive, «non so se riuscirò a farcela nel singolo. Ce la metterò tutta». A gioire del risultato è tutta la Canottieri Bardolino, che ha accolto nei suoi ranghi Mattia quando aveva 10 anni. «Corona anni di lavoro», dice il tecnico Luca Caldana, «con la Canottieri che ha raccolto l’esperienza di Mattia e degli allenatori federali che lo hanno seguito in questi ultimi anni». Una Canottieri cresciuta? «Certo, non solo come numero di atleti, una trentina, ma anche», puntualizza l’allenatore, «come qualità nel modo di interpretare il canottaggio». «Tra una quindicina di giorni all’idroscalo di Milano per i campionati italiani oltre che nel singolo junior con Mattia, saremo presenti nel doppio di coppia, sempre junior, con Paolo Lonardi e Stefano Mancini e con Federica Sartori e Gloria De Carli. Inoltre ci sarà Devid Brusco, richiesto dalla canottieri di Padova per l’otto senior pesi leggeri». Soffermiamoci su Mattia. «L’anno prossimo, compiuti i 18 anni, Mattia passa senior under 23. Il tentativo nostro, ovviamente per farlo proseguire nella carriera nel migliore dei modi», prosegue Caldana, «sarebbe quello di farlo entrare in un Corpo di Stato: Forestale, Fiamme Gialle o Fiamme Oro. A salvaguardia questo degli impegni di studio del ragazzo che deve fare la maturità ed entrare all’università. Non è facile, però la medaglia conquistata a Brandeburgo è un ottimo lascia passare, apre tante porte». Mattia intanto è felice e stimolato da Lavinia, la fidanzatina romana. «È venuta a trovarmi a Brandeburgo, contentissima della medaglia: la cosa più bella che le potessi regalare, mi ha detto». Ora c’è in ballo la maturità e il passaggio ai senior. «C’è la proposta della società Sport Fiat di Torino. Potrebbe essere una soluzione». (a.j.) Lazise. Ha 15 anni ed è già un campione italiano. Si è guadagnato l’alloro in una delle specialità sportive meno note e più entusiasmanti: il trial moto. Francesco Policante, classe 1990, di Lazise, timido e tranquillo, non fa certo pesare la sua splendida affermazione. Intanto si allena e pensa ai mondiali del 2006, quando avrà 16 anni. Il suo spazio di allenamento se lo è ritagliato nel giardino di casa. È lì che scavalca grossi tubi e agglomerati in cemento delle forme più diparate. Ma non disdegna le rive del lago. Si allena anche sulle pietre diseguali che formano i frangiflutti, in particolare sul lungolago Cavazzocca Mazzanti, spazio tutto pedonale. I suoi bruschi movimenti su una bici con ruote da 20 pollici , tutta in alluminio e titanio, proprio sulle pietrone del lungolago, mettono in agitazione quanti se lo trovano improvvisamente davanti. Fanno pensare a uno scapestrato a caccia di bravate. Ma non è così: Francesco si allena e cerca di mantenersi in forma per dare il meglio di se stesso nelle gare nazionali. «Ho iniziato quasi per caso», spiega Francesco, «con il trial in moto. Mio padre è un appassionato di motori e fin da giovanissimo mi ha fatto provare l’ebrezza della motoretta. Ma la bici ha preso il sopravvento. Siamo partiti, per gioco, in cinque o sei, ma mi sono affermato solo io, per il mio impegno costante. È stata una sfida com me stesso». Oltre al suo impegno, i risultati altrettanto importanti sono arrivati anche grazie alla guida sapiente del maestro. Simone Tezza è stato sicuramente colui che ha creduto in Francesco. E non si era sbagliato. Ginocchiere, casco, parastinchi e guanti sono le armi del mestiere. Senza questo piccolo armamentario non si può partire fare bike trial. Ma non serve nemmeno molto per avere una bicicletta con copertoni resistenti e freni idraulici. Così ci si cimenta in uno sport che impazza in Spagna, Francia e Svizzera. Con 1500 euro di investimento si può avere a disposizione un mezzo molto valido per le competizioni anche internazionali. «I maggiori campioni europei e mondiali sono proprio spagnoli», spiega Gianfranco Policante, padre di Francesco, che lo segue dappertutto, «e in Italia la Fic, federazione ciclistica italiana, non è molto disponibile a vivacizzare questa disciplina, che appassiona in particolare i più piccoli. C’è solo l’Unione italiana sport per tutti che gestisce questa specialità. Speriamo che una maggior conoscenza dello sport ne favorisca la crescita». I primi a crederci sono stati gli operatori di Ciclomania di Bussolengo. Sono loro che stanno portando sulle piazze italiane alcune manifestazioni legate al bike trial. «Hanno messo a disposizione un campo per gli allenamenti», spiega ancora Francesco Policante, «e stanno cercando di attivare nuove iniziative per favorire la crescita di un vivavio e la conoscenza di questo sport».

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