giovedì, Marzo 28, 2024
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Dal 3 al 5 settembre torna a Capolaterra la tradizionale manifestazione tra gastronomia e storia. I contadini dovevano regalarla al padrone, poi escogitarono uno stratagemma

E la festa nacque con il ratto della «nedra»

Anche quest' anno come da tradizione torna in piazza Garibaldi l'antica festa dell'Anitra, organizzata dalla parrocchia San Giovanni e dal comitato di Capolaterra che collabora anche con altri gruppi di volontariato desenzanesi, coordinati da Flavio Falappi. Da più di un secolo la parrocchia di Capolaterra celebra il suo patrono San Giovanni Decollato, la cui ricorrenza cade ai primi di settembre. La festa era inizialmente di carattere religioso, poi ha acquistato un carattere più popolare. Nel 1800 a Capolaterra abitavano alcuni proprietari terrieri, che in occasione di San Giovanni, ricevevano dai mezzadri di Vaccarolo, San Pietro e Centenaro un'omaggio in natura, solitamente l'anitra più bella del pollaio. Un anno un contadino pensò ad uno stratagemma per non regalare l'anitra ma «seppellirla» in famiglia, con un buon rosso a far da cerimoniere: tagliò le zampe palmate e le legò nottetempo alla maniglia del portone del suo proprietario per mostrare l'avvenuta consegna, purtroppo non andata a buon fine. Dall'anno successivo molti altri contadini seguirono l'esempio del loro collega astuto. Ecco allora che la ricorrenza di San Giovanni Decollato venne soprannominata festa dell'Anitra, o meglio festa della «Nedra». Ma Falappi racconta anche un'altra storia. Quella di una fontana pubblica costruita in una notte nel 1937 sempre in occasione della festa dell'Anitra per far vedere a tutti che se è possibile fare una cosa per il bene pubblico se lo si vuole. Capolaterra chiedeva all'allora Podestà un'abbellimento della sua piazza Garibaldi con una fontana ma senza esito. E così ad alcuni abitanti venne l'idea di costruirsi la fontana in mezzo alla piazza in occasione della festa dell'Anitra. La fontana venne edificata in una notte e durò per il periodo della festa. L'acqua veniva dal Rio Pescala che allora passava vicino al «Cinema Garibaldi» e dopo aver fatto funzionare la fontana, andava a finire nel fossato che allora circondava le mura del castello (oggi è un parcheggio). Il segnale fu lanciato e infatti la fontana pubblica nella piazza venne fatta davvero, e quella originale rimase solo un piccolo quadretto dipinto da Gerolamo Torazzina nel 1968. Fino al secolo scorso in piazza Garibaldi era tutta campagna e si teneva un mercato del bestiame. Tra i platani e i pali che delineavano la piazza, con le corde si creavano recinti per il bestiame e le corde tirate servivano anche per stendere i panni freschi di bucato.

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