giovedì, Aprile 25, 2024
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La Comunità montana sfrutta la sorgente del Fontanello di Naole grazie a un consistente contributo regionale. Servirà il rifugio dei Fiori e il Chierego, lavori entro la prossima primavera

È l’acquedotto più alto del Baldo

Con buona probabilità sarà la conduttura d’acqua più alta di tutto il versante veronese del Monte Baldo quella che i Servizi forestali regionali, di concerto con la Comunità montana del Baldo, si apprestano a realizzare sfruttando la sorgente del Fontanello di Naole. Si tratta, come ben sa chi conosce il versante sudorientale di questa montagna, di una delle rarissime sorgenti che sono presenti in quota sul Monte Baldo che, montagna carsica per eccellenza, dai mille metri in su scarseggia di fonti perenni. Il Fontanello di Naole è invece una preziosa eccezione che da sempre permette l’approvvigionamento idrico delle varie malghe limitrofe, vale a dire le malghe Naole, Ortigara, Ortigaretta, Valvaccara, Ca’ Chemasi e quelle di Baito Scale. La conduttura che verrà realizzata servirà a portare l’acqua ben più in alto delle citate malghe e, per la precisione, fin sulle creste di Naole, allo scopo di fornire finalmente acqua corrente ai due rifugi che vi sorgono il rifugio Chierego alla Costabella (chiuso da anni e in attesa di ristrutturazione), di proprietà della sezione di Verona del Club alpino italiano, e il rifugio Fiori del Baldo, di proprietà privata, unico delle montagne veronesi aperto tutto l’anno. «La Comunità montana del Baldo», spiega il presidente della Comunità medesima, Luigi Castelletti «si è sentita in dovere di prodigarsi per la realizzazione di questa opera in quanto riteniamo indispensabile, sia dal punto di vista igienico che per ovvie ragioni pratiche, la disponibilità all’interno di questi rifugi di acqua corrente anche in considerazione del fatto che si tratta di due strutture ricettive strategiche per il turismo in quota e per la frequentazione escursionistica della nostra montagna». L’idea di sfruttare le acque del Fontanello di Naole data ormai alcuni anni, ma il progetto si è potuto concretizzare solo ora grazie al contributo regionale di 60 mila euro che l’assessore regionale Massimo Giorgetti è riuscito a far ottenere alla Comunità. «Un contributo indispensabile», ha sottolineato Castelletti «in quanto ha fatto sì che potessero essere limitate a soli cinquemila euro le spese che dovremo aggiungere per coprire il costo complessivo dell’opera». Naturalmente il nuovo manufatto non andrà assolutamente ad intaccare le riserve idriche presenti né tantomeno a limitare l’approvvigionamento consueto delle citate malghe e dei rispettivi alpeggi. «L’impianto», spiega il dirigente dei Servizi forestali regionali, Damiano Tancon «prevede una tipologia di costruzione assolutamente rispettosa dell’ambiente ed a bassissimo impatto ambientale. In più non verrà pompato un maggior quantitativo di acqua dal fontanello, ma si sfrutterà il già abbondante esubero attualmente raccolto in apposite cisterne». Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, superati ormai gli ultimi ostacoli burocratici si parla all’incirca di una decina di mesi, e ciò significa che per la primavera prossima acqua fresca corrente sarà finalmente a disposizione degli ospiti, e ovviamente anche dei gestori e proprietari, dei due «nidi d’acquila» abbarbicati sulle Creste di Costabella.

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