venerdì, Marzo 29, 2024
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Ieri l’inaugurazione del Centro sanitario polifunzionale che ospiterà pazienti che non sono curabili a domicilio. Il primo della provincia, è dedicato a Campedelli ex direttore dell’Ulss 21

E’ nato l’ospedale di comunità

Inaugurato ieri il primo ospedale di Comunità (o country hospital) della nostra provincia. Ora il nosocomio è di fatto convertito nel Centro sanitario polifunzionale, che porta il nome di Angelo Campedelli, il medico caprinese venuto a mancare il 30 gennaio dell’anno scorso, quando era direttore dell’Ulss 21 di Legnago. Prima era stato assistente medico nella divisione di medicina a Caprino dove negli anni ‘70 aveva lavorato come medico condotto e ufficiale sanitario. La targa in marmo, con inciso il profilo del suo volto, è stata scoperta ieri durante la cerimonia organizzata dall’Ulss 22 di Bussolengo, a cui hanno partecipato autorità regionali e provinciali, le amministrazioni del Baldo Garda con in testa il sindaco Stefano Sandri. C’erano anche i familiari di Campedelli, le sorelle Luigina e Maria Luisa con i figli Alberto e Stefano, il parroco don Carlo Motta e la popolazione.L’intitolazione è stata decisa dal direttore generale dell’Ulss 22 Renato Piccoli che, nel ricordarlo, si è commosso, poi il direttore sanitario Ennio Cardone ha detto: «Mi auguro che la targa commemorativa non fossilizzi nel marmo il ricordo del dottor Campedelli, ma sia un segno permanente che potrà trasfondere in chi opera in questo centro sanitario la stessa passione civile e sociale che animava lui».Poi l’ospedale di comunità è stato fatto visitare ai presenti: «Campedelli ha collaborato con questo progetto che porta un servizio socio sanitario importante che darà certamente risposta alle esigenze della popolazione di Caprino e del comprensorio», ha detto l’assessore regionale alla sanità Flavio Tosi. «È un modello», ha continuato, «che intendiamo estendere in tutto il Veneto, nel Veronese la giunta regionale ha avviato l’iter per Tregnano e si vaglierà la proposta per Valeggio».L’ospedale di comunità, in funzione dall’8 gennaio, procede sulla base di un accordo firmato tra Ulss 22 e le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale che gestiranno la struttura in maniera integrata. La responsabilità organizzativa funzionale ed igienica è dell’azienda sanitaria 22 sotto la direzione del dottor Carmine Capaldo, direttore del distretto numero 2 di Domegliara, e del dirigente medico Ferdinando Ambrosi. La responsabilità clinica dei pazienti è invece affidata ai medici di medicina generale del Baldo Garda. Si tratta di una sperimentazione che procede sulla scorta delle linee programmatiche regionali e si pone come punto di raccordo tra la realtà ospedaliere e le risposte assistenziali domiciliari. «È una struttura assistenziale di grado intermedio per malati che hanno bisogno di essere accolti in ambiente protetto». Il profilo del paziente ammissibile all’ospedale di comunità è infatti questo: «Pazienti anziani in arrivo da divisioni ospedaliere in regime di dimissioni protette, che necessitano di controlli assidui o la cui malattia si è riacutizzata», spiega Capaldo, «pazienti non assistibili a casa, pazienti già ospitati in strutture residenziali aggravatisi, pazienti affetti da gravi patologie neurologiche in ventilazione assistita, pazienti terminali». L’accesso avviene su valutazione effettuata in sede di Unità valutativa multi-dimensionale distrettuale (Uvmd). Tale reparto dipende dal distretto socio sanitario di Domegliara e l’ammissione è riservata a residenti nei Comuni dell’Ulss 22. «Il ricovero è gratuito», precisa Capaldo, «ma deve essere temporaneo, possibilmente di durata non superiore ai 30 giorni. Al ventesimo giorno il paziente è rivalutato per stabilire se proseguire o meno la degenza».I posti letto sono 10 con funzione assistenziale 24 ore su 24. Vi lavorano due amministrativi, il caposala coordinatore infermieristico Cesare Grisanti, 23 dipendenti tra infermieri e operatori socio sanitari addetti all’assistenza in comune con l’Rsa, è attivo il servizio di fisioterapia. La funzione clinico assistenziale è garantita dal dirigente medico e dai quattro medici di medicina generale della zona resisi disponibili: saranno cioè presenti a turno per 3 ore al giorno nei feriali, un’ora nella mattinata del sabato e raggiungibili telefonicamente dalle 8 alle 20. La continuità assistenziale nelle 24 ore è garantita dalla guardia medica. Le emergenze saranno assicurate dai servizi di emergenza-urgenza territoriale.

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