sabato, Aprile 20, 2024
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Casa di riposo, ospiti «cronisti» del passato I nonni raccontano la guerra e scrivono delle grandi nevicate

E’ uscito l’ultimo numero del periodico «Noi»

Alla Casa di riposo di Salò il cuoco Attilio e il suo staff di trentuno collaboratori lavorano dalle 6.30 del mattino fino alle 20. Confezionano pasti anche per numerose realtà esterne: scuole, asili, aziende private e vigili del fuoco. «Ogni giorno – spiegano – ne sforniamo più di 1.300, e abbiamo 15 menù diversi. Complessivamente vengono consumati 4 mila chili di pasta ogni tre mesi». Il tema dell’alimentazione è una delle curiosità del nuovo numero di «Noi», il periodico che raccoglie la voce dei 120 ospiti della residenza sanitaria assistita. Per l’angolo della cronaca, gli anziani hanno trattato il tema della neve. «Mi è venuto in mente quando giocavo a bagnarmi le gambe fino al ginocchio – ricorda Velleda -. Allora le strade non erano asfaltate, e ci si sporcava di più. Però quanto era bella la neve bianca. La nostra passione durava un girono solo, poi i batuffoli si scioglievano al sole». E Antonia: «Vivevo a Ficè, in provincia di Bolzano. E fin da bambina, avendo imparato a sciare, amavo scendere per le montagne. Un giorno vinsi una coppa gigante, durante una gara memorabile. Il ricavato l’ho poi devoluto in beneficenza. Questa neve mi fa venire un po’ di nostalgia, soprattutto per il mio paesino, le galline, il burro, il lardo, lo speck, le verdure di montagna, la frutta, le mele scure maturate nel fieno». Eleonora: «Venti anni fa Brescia e la provincia furono paralizzate da un metro di neve. Uno dei rischi più gravi fu l’esaurimento delle scorte di carburante e gasolio. Le autobotti non potevano circolare. Per liberare i tir bloccati sulla tangenziale intervennero i mezzi cingolati del battaglione Monte S.Michele, di stanza alla caserma Papa. Altri eventi eccezionali? Nel gennaio 1954 ci furono 12 giorni di gelo, la temperatura scese a -16 grandi e la città fu bloccata dalla neve. Nel 1709 ghiacciarono addirittura le acque del lago di Garda». Poi ci sono le pagine dedicate agli incontri coi ragazzi delle elementari, interessati a capire il modo di vita di un tempo: cosa si mangiava, come ci si vestiva, come era organizzata la scuola. Racconta ancora Pierina: «i bambini fanno domande semplici ma ben approfondite. E riservano sempre sorprese fantastiche». Mariano: «è bello vederli così curiosi. Noi raccontiamo cose di vita quotidiana. Mi hanno fatto ricordare i maestri di 80 anni fa. Allora le regole erano più rigide». I dati saranno poi raccolti in piccole monografie, nell’ambito di un progetto denominato «I nonni raccontano». Per l’angolo della memoria, Milly, originaria di Crema, parla di quando lavorava in un calzificio e dei cinque chilometri da percorrere al mattino in bicicletta. Giovanni si sofferma sui mesi successivi all’8 settembre ’43. «Abitavo in piazzetta S.Antonio, dietro al municipio di Salò – scrive -. In quei giorni ne succedevano di belle. Capannelli di uomini discutevano se guerra fosse finita o meno, esprimevano pareri sul re e su Badoglio. Avevo 11 anni. Cercavo di rubare qualche notizia, ma capivo solo che c’era tanta confusione. La gente aveva ancora paura di parlare chiaramente». Arrivarono i militari tedeschi, e ricomparvero i fascisti. Giovanni ricorda la sua famiglia, il papà (contrario al Duce) giudicato un sovversivo e messo in prigione ogni volta che arrivavano delle autorità per una cerimonia pubblica, il colpo di mano nel marzo ’45 dei partigiani della Valle Sabbia per liberare tre loro compagni feriti in uno scontro a fuoco e ricoverati all’ospedale, la liberazione. «Noi» rappresenta soltanto un aspetto dell’attività ricreativo-culturale della Casa di riposo dove è stato definito il calendario mensile delle attività: lunedì la tombola, martedì le proiezioni, mercoledì la zingara, giovedì la ginnastica di gruppo, venerdì il cruciverbone, sabato il laboratorio addobbi. E ancora: la lettura del giornale, la cucina, le cure estetiche.

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