venerdì, Aprile 26, 2024
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Una passione antica, nata nella seconda metà del 1800. Sul Benaco iniziò Orazio Giuseppe Glisenti cancelliere della Regia pretura. Le duemila post cards del pittore di origini sirmionesi Sergio Pagiaro

Ecco il lago raccontato in cartolina

Le prime cartoline postali, o Post Card, circolarono in Italia nel giugno 1873. Ma solo dieci anni dopo, nel 1882, la tipografia romana Danesi pubblicò le prime cartoline illustrate, una serie di vedute di Roma tratte da opere del pittore Baldassarre Surdi. E fu subito collezionismo.Orazio Giuseppe Glisenti, residente prima a Salò e poi a Gargnano, dove fu cancelliere di quella Regia Pretura, fu probabilmente uno dei primi, se non il primo collezionista di cartoline della Riviera bresciana e forse dell’intero bacino gardesano. Nell’articolo in forma di lettera inviato nel dicembre del 1909 alla rivista milanese «Monti e Riviere», scrisse di aver iniziato la collezione nel 1896, quando il nuovo genere di corrispondenza stava muovendo i primi passi: solo l’anno prima, nel settembre del 1895, l’Amministrazione Postale italiana, infatti, aveva diffuso la prima cartolina ufficiale, con illustrazione stampata.In oltre un secolo i collezionisti di cartoline del lago di Garda si sono moltiplicati e si può affermare che ogni paese ne vanta più di uno. Alcuni sono noti anche per i prestiti effettuati in occasione di mostre, ad esempio lo scomparso Tiziano Bottura di Gardone Riviera, grazie alla cui raccolta fu possibile, nell’agosto 1984, allestire una mostra Villa Alba, accompagnata da catalogo con un’ottantina di riproduzioni, probabilmente la prima del genere sul Garda dal dopoguerra.Un altro importante collezionista di cartoline, grazie al quale si sono potute allestire mostre (a Sirmione, Verona, Brescia) è il pittore Sergio Pagiaro. Pur vivendo a Verolanuova, Pagiaro è assai legato al Garda per radici familiari, in particolare a Sirmione.Professor Pagiaro, ricorda quando ha cominciato a collezionare cartoline del Garda?«Negli anni Cinquanta. Le cartoline hanno avuto un precedente nella collezione di disegni. Quando ero all’Accademia di Belle Arti di Venezia mi sono appassionato a collezionare disegni di grandi artisti, ad esempio Guidi. Li acquistavo da un gallerista vicino all’Accademia. Poi sono passato alle cartoline. Avevo compreso che costituivano un mezzo grafico importantissimo. Tanto è vero che avevo anche cartoline di Boccioni.» Poi si è specializzato nelle cartoline del lago di Garda…«Cartoline di tutto il lago. Ho cominciato a frequentare la Fiera di Verona e ho avuto contatto con un collezionista di Parigi che mi portava cartoline del Garda. Ne sono riuscito a raccogliere duemila, tutte antiche. Purtroppo, tre anni fa, ho subito un furto e mi sono state rubate anche molte cartoline, una metà di quelle che avevo pazientemente trovato. Si è salvata, per mia fortuna, l’intera collezione di quelle di Sirmione: un segno del destino.»Tra le mostre allestite con le sue cartoline, quali sono state le più importanti? «Quella, ad esempio, organizzata dal Comune di Verona nella monumentale sala che si affaccia su Piazza Brà. Purtroppo non venne accompagnata da catalogo. A Brescia una mostra, non solo di cartoline ma anche di materiale grafico è stata inaugurata dal sindaco Corsini nelle sale della Galleria Ucai.»Il collezionismo di cartoline è destinato ad avere un numero sempre maggiore di estimatori? «Sin dalla fine Ottocento sono state raccolte da grandi collezionisti. Gli anni che vanno dalla fine dell’Ottocento fino all’inizio della prima Guerra mondiale, sono considerati da alcuni esperti l’epoca d’oro del collezionismo. Cartoline antiche, s’intende, che oggi hanno un grande valore. Tra gli autori di opere riprodotte mi piace ricordare il celebre pittore Utrillo. Boccioni era di casa sul lago di Garda: è stato uno dei primi a dedicarsi alle illustrazioni del Garda per le riviste del Touring Club Italiano dalle quali sono state poi tratte cartoline. Era un grande disegnatore. Si sono dedicati alle cartoline molti artisti stranieri; per tutti è ben noto Michael Zeno Diemers, pittore accademico di Monaco di Baviera, al quale si deve una bella serie del Garda.» Altri artisti dalle cui opere sono state tratte cartolina?«Luciano Spiazzi ha scritto che nella mia collezione erano presenti cartoline di tutti i pittori che hanno raffigurato scorci del Garda; era in questo senso completa. Dico era, perché, come ricordato, metà della raccolta mi è stata rubata. Ho avuto corrispondenza, sul tema, con alcuni grandi artisti. Ad esempio con Morandi il quale, in una lettera, si è scusato di non avere materiale da spedirmi. Avevo iniziato questa raccolta tematica convinto che la cartolina è l’anima del pittore. Ci sono stati anche molti artisti bresciani che hanno rappresentato il Garda su commissione di editori di cartoline.» Quale località del Garda, a suo giudizio, è stata maggiormente rappresentata a fine Ottocento? «Riva. E per una ragione: l’alto lago era all’epoca austriaco. E la cartolina, o meglio la Correspondenz – Karte, è nata a Vienna all’inizio del 1869.»Lei è molto legato al Garda…«Sono nato a Sirmione, in piazza Carducci, e vi ho ancora casa. Le mie radici sono nel territorio gardesano; proprio mentre parlo compio 77 anni. La mia famiglia, di origine ebraica, era emigrata a Bogliaco di Gargnano e la bisnonna si chiamava, significativamente, Bogliaco. Passò poi Sirmione dopo il matrimonio con Antonio Cracco, uno dei principali albergatori; e a Sirmione sono vissuti i miei bisnonni materni. Le mie origini mi hanno fatto per così dire incontrare il grande Giorgione che raffigurò località gardesane in quasi tutte le opere principali, e in particolare nella celebre pala di Castelfranco: ne ha già scritto “Bresciaoggi” il 31 agosto 2005. Sullo sfondo del grande dipinto si nota un castello, che ritengo sia quello di Tignale, appartenuto agli Scaligeri, località che ho frequentato a lungo d’estate e dove ho individuato, nel santuario di Montecastello, frammenti di affreschi che attribuisco al grande maestro veneto. Sul lato opposto della pala di Castelfranco si scorge il pianoro delle grotte di Sirmione. Avrei molto da raccontare su Giorgione e sulla sua famiglia. Col metodo anagogico ho “letto” nella chiesa parrocchiale di Sirmione e in San Pietro in Mavino affreschi di grande importanza. Spero che il Comune sirmionese voglia, prima o poi, proporre al pubblico in una mostra, e in un libro, l’enorme materiale storico che ho raccolto sulla Penisola. Credo susciterebbe grande interesse.»

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