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Rassegne gastronomiche, degustazioni, celebrazioni e manifestazioni culturali. E un originale progetto per la riscoperta della cucina secondo il gusto di Gabriele D'Annunzio.

Enogastromia in scena

Rassegne gastronomiche, degustazioni, celebrazioni e manifestazioni culturali. E un originale progetto per la riscoperta della cucina secondo il gusto di Gabriele D’Annunzio.In questi giorni, il Consorzio di tutela dei vini del Garda Classico, il Comune di Gardone Riviera (rappresentato dal sindaco Alessandro Bazzani e dall’assessore Giovanna Ciccarelli), e le associazioni dei commercianti e dei ristoratori hanno stretto un’alleanza che punta sulla sinergia tra la qualità dei vini della sponda bresciana e il bagaglio storico-turistico-culturale della località rivierasca. L’obiettivo? Allestire una serie di appuntamenti di notevole richiamo.Il primo è già stato fissato. Tra il 9 e il 10 giugno, in occasione del trentennale della Confraternita del Groppello e del gala che si svolgerà nei locali del Grand Hotel, alcuni ristoranti locali proporranno un menù a base di carni e sapori gardesani, abbinati al particolarissimo rosso della Valtenesi.Tra il 30 giugno e il 2 luglio diventerà invece protagonista il Chiaretto, il “vino di una notte”. Dopo l’assegnazione del riconoscimento all’Ambasciatore del Garda classico, attribuito a personalità che si sono distinte nella diffusione all’estero della cultura dei vini, nei ristoranti si terrà una tre giorni gastronomica, con menù a base di pesce e Chiaretto. Non mancheranno le degustazioni gratuite sul lungolago e nella parte alta del paese (la piazzetta davanti al Vittoriale).Il progetto più impegnativo: un’intera settimana sul tema “A tavola con D’Annunzio”, con la riproposizione di alcune delle più originali ricette lasciate dal Vate nell’ambito delle sue fitte corrispondenze culinarie. “Una beccaccina di colore magnifico – annotava sul taccuino, dopo un pranzo a Vienna -. Il sugo dorato e fulvo nel vaso d’argento. I crostini sapienti. I colori delicati e complicati”.Nel “Libro segreto” parla di un pranzo con la lepre, fragrante di timo e rosmarino, di un paté dorato nella sua crosta rivestita di fettine di lardo, di un fagiano innaffiato col succo di midolla di bue. La cucina del Vittoriale era affidata a domestiche che D’Annunzio chiamava le “Clarisse”, in onore di Santa Chiara d’Assisi. Ciascuna aveva un nome: suor Gazzella, suor Intingola, suor Ghiaccesca, suor Salutevole.Tra i piatti preferiti la galantina, un insaccato di carni, pistacchi e sapori, servito a bordo dei Mas durante la Beffa di Buccari; i filetti di trota al forno, con burro, salvia, pomodoro e vino bianco; le uova in guscio; le macedonie di frutta con qualche goccia di Aurum o di Cognac napoleonico; le costolette battute col pestello di pietra, più sottili di una buccia di banana o di una crestina di pane sfornato.A far da cornice all’evento si terranno mostre d’antiquariato di “cose dannunziane”, e una serie di manifestazioni in tema (concerti, proiezioni cinematografiche, estemporanee di pittura). Il tutto a metà settembre. Con l’intenzione di offrire ai turisti l’occasione di prolungare la loro permanenza.

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