Votato in consiglio un documento: i proventi devono essere destinati al rilancio del S. Pellegrino. Lettera al Poma per riservarsi il diritto di prelazione dopo l'asta
Ex-Opg, il Comune non esclude l’acquisto
Sull’alienazione degli immobili dell’ex-Opg, decisa dall’Azienda ospedaliera, il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un documento d’indirizzo che, oltre a riaffermare i principi del reimpiego dei proventi dell’asta nel rilancio del S. Pellegrino e del pieno rispetto delle norme in fase di ristrutturazione, il Comune si riserva di esercitare il diritto di prelazione sull’area, con mandato a sindaco e giunta per tutti gli atti necessari.La discussione si è aperta con la relazione dell’assessore Azzoni, che ha esordito ricordando d’aver appreso il 16 settembre, dalla Gazzetta, la notizia dell’asta. «Nutro forte preoccupazione per i riflessi che l’iniziativa potrà avere sull’assetto urbanistico dell’ex-Opg, e sulle sorti del S. Pellegrino» ha rimarcato Azzoni.Nel ’96, con la giunta De Padova, in vista del trasferimento dell’Opg in Ghisiola, fu approvata una variante specifica del Prg per l’area, che stabiliva parametri vincolanti per la futura ristrutturazione. Nel ’98, con la nascita dell’azienda Poma e la giunta Sigurtà, si avviano contatti fra i due enti, che sfociano in una lettera d’intenti Poma-Comune che afferma che, nell’eventualità di alienazione, il Poma terrà conto del diritto d’acquisto e di prelazione del Comune, assicurando una destinazione dell’area conforme al Prg. A un passo dal passaggio in consiglio, il cambio ai vertici del Poma rimette tutto in gioco. Il nuovo direttore, Colombo, decide per una perizia dell’area, per poi procedere a una vendita diretta senza piano di recupero, dandone comunicazione al Comune. «Credo che il Consiglio debba definire iniziative in continuità con le posizioni fin qui espresse dall’amministrazione» ha concluso Azzoni, ricordando una norma che riconosce il diritto di prelazione degli enti pubblici sugli ex-edifici psichiatrici. Dal dibattito, dove tutti i consiglieri hanno dichiarato di condividere le considerazioni di Azzoni, sono emersi dubbi sulla fattibilità economica della proposta d’esercizio della prelazione presentata da Saviola, mentre altri, fra cui Mattioli e la Margonari, hanno espresso pieno appoggio. Tale diritto, è stato comunque inserito fra gli strumenti da approfondire e vagliare per raggiungere gli obiettivi d’indirizzo, sui quali il consiglio si è riservato un momento di confronto nella conferenza dei capigruppo.
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