Trasferire il decrepito ospedale nello stabilimento della fonte tavina di Salò, situata ai piedi della salita delle Zette, e, in cambio, concedere ai proprietari dell'azienda di imbottigliamento dell'acqua minerale di realizzare appartamenti all'interno dell'ospedale. E' la proposta fatta dal Comitato per la tutela ambientale delle frazioni di Villa e Cunettone.UN PAIO DI ANNI FA la Tavina, che fa capo alla famiglia di armando fontana (un nome, un destino), e in questo periodo viaggia con una produzione quotidiana oscillante tra il milione e il milione e mezzo di bottiglie, ha chiesto di trasferirsi nell'area verde di Pratomaggiore, a fianco della strada Tormini-Desenzano, e di trasformare l'attuale fabbrica in centinaia di case, con una convenzione che consente al comune di effettuare alcuni interventi pubblici, come la sistemazione del teatro e delle case popolari. Nei giorni scorsi i portavoce del Comitato, che sta contrastando tale operazione in maniera convinta e vivace, hanno incontrato la direttrice generale della Azienda ospedaliera di Desenzano, Mara Azzi, esponendo le loro considerazioni. Partendo dal terremoto del 24 novembre 2004, che ha quasi azzerato l'attività del nosocomio di Salò, si è evidenziata la carenza di servizi poliambulatoriali, posti letto di lungodegenza e cure riabilitative per l'intero Alto Garda, l'area compresa tra la Valtenesi e Limone. I portavoce hanno sottolineato come le strutture private convenzionate, anche dopo i potenziamenti, non possano sostituirsi al servizio pubblico.Da qui la richiesta rivolta alla Azzi, che si è riservata di analizzare la questione.NELL'AMPIA AREA occupata dalla Tavina, potrebbero essere costruiti il centro termale-alberghiero (un'idea avanzata in passato dalla stessa proprietà), alloggi pubblici e il nuovo presidio sanitario. Il Comitato ha proposto di far sedere al tavolo delle trattative Tavina spa, comune di Salò e Azienda ospedaliera. L'obiettivo: sottoscrivere un accordo che preveda di utilizzare parte della superficie dello stabilimento per realizzare un nuovo e moderno ospedale, offrendo all'imprenditore la possibilità di costruire appartamenti all'interno del vecchio, decrepito ospedale: un immobile di prestigio (è situato proprio in riva al lago), ma non più adatto per gli scopi originari. L'area della fabbrica è in ottima posizione. Dispone degli spazi sufficienti per essere dotata di parcheggi e spazi verdi.«C'è tutto il tempo per avviare una seria discussione sull'ipotesi –sostengono i portavoce del Comitato, Tullio Zambelli e Fabio Frassoni, fratello dell'europarlamentare Monica-. Dare avvio agli incontri spetta al sindaco. Un confronto aperto fra il municipio, i cittadini e l'amministrazione sanitaria smentirebbe la sensazione che si voglia demandare tutta l'attività alle strutture private convenzionate. Inoltre dovrebbero dire la loro i comuni della zona, le forze politiche e le associazioni».