Frantoi presi d'assalto dai coltivatori: il maltempo ha ritardato la raccolta
Extravergine 2000, qualità da campionato
L’annata 2000, dal punto di vista degli olivicoltori dell’Alto Garda, sarà ricordata per due motivi soprattutto: l’ottima qualità del prodotto e il «tour de force» imposto dal maltempo sia ai raccoglitori, sia agli addetti dei due frantoi attivi in zona. Da giorni le macine dell’Associazione Agraria di Riva e di Ivo Bertamini a Vignole funzionano senza sosta, ciononostante non si riesce a smaltire la ressa dei contadini (di mestiere o a tempo perso) che aspettano pazienti il loro turno. Servirebbe un frantoio da 50 quintali all’ora, commenta il direttore dell’Agraria Mario Zumiani, mentre Ivo Bertamini fa i conti delle notti in bianco che ancora gli restano prima di spegnere le macchine per riaccenderle non prima della stagione 2001.Tutta colpa della pioggia, incessante nelle prime tre settimane di novembre, solitamente dedicate alla raccolta, e a singhiozzo in questi primi giorni di dicembre. La maturazione delle olive, grazie ad una calda estate che si è protratta fino alle porte dell’autunno, era a buon punto già verso la fine di ottobre, tanto che i frantoi sono stati aperti in anticipo rispetto agli anni scorsi. Ma inutilmente: per alcuni giorni non si è presentato nessuno. I coltivatori se ne stavano col naso all’insù aspettando che il tempo volgesse al bello e li lasciasse lavorare in pace. Invece, ad un certo punto, mentre il terreno sotto le fronde cariche di frutti si copriva di olive nere e gonfie di acqua, si sono dovuti rassegnare e iniziare la raccolta sotto il diluvio. E finalmente le macine, che rimarranno in funzione almeno fino alla prima settimana di gennaio, hanno cominciato a girare ed a spremere dalle olive il pregiato olio extravergine gardesano.«La qualità è davvero buona — afferma Zumiani — migliore anche rispetto a quella dell’anno scorso. L’olio 2000 ha un sapore molto delicato e un odore fruttato, l’acidità è attorno allo 0,1–0,2 per cento. Bassissima, come del resto è caratteristica del prodotto della nostra zona». Quanto alla resa, come ci spiega Ivo Bertamini, è inferiore a quella che poteva essere sempre a causa della pioggia, che ha appesantito le olive: la più povera è del 16 per cento per ogni quintale, la più ricca del 20. La media si attesta attorno al 17 per cento, e qualcuno inevitabilmente si lagna ricordando i risultati ottenuti, per esempio, nella campagna 1998-’99 (la resa media fu del 18.73%), del 1995-’96 (20.46%) o addirittura, ma bisogna fare un lungo passo indietro, nel 1986-’87 (24.06%).Chi vuole, però, si consola pensando che il flagello dell’olivo, ossia la famosa mosca olearia, questa volta non è riuscita a far danni. Non che non ci abbia provato — il gran caldo la favoriva — ma i trattamenti fitoterapici, puntuali e ripetuti anche a stagione molto avanzata, evidentemente sono stati efficaci.Ci vogliono impegno, fatica e passione a coltivare gli olivi, dicono gli anziani contadini altogardesani, che malgrado l’età e gli acciacchi si arrampicano sugli alti scalini per passare i «bronzi» uno ad uno, potare e curare le piante con metodo antico e sapienza che nessun manuale può trasmettere.
Nessun Tag Trovato