venerdì, Marzo 29, 2024
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Il gioco a quattro tra gli scali rivoluzionerebbe la scacchiera internazionale«Montichiari, i milanesie Verona: un solo hub»

Fabio Bortolazzi, presidente della Catullo Spa, ha calato il poker

L’ipotesi di fare del bresciano la terza pista di Malpensa con quello veronese «supporto tipico» di LinateFabio Bortolazzi, l’intransigente presidente della Catullo Spa, cala un poker che non t’immaginavi. Mentre è lì che traccia i punti cardinali dell’ «aeroporto virtuale» unendo Malpensa, Linate, Verona e Montichiari, sulla pista di quest’ultimo atterra un cargo 747 con merce dalla Cina.Il futuro corre sulla lunga pista bresciana. Il progetto è di quelli che tagliano con il passato (quello che vedeva un possibile accordo fra Verona e Orio al Serio), aprendosi a prospettive europee. L’aeroporto «D’Annunzio» come terza pista di Malpensa, quello di Verona come supporto tipico di Linate. Un gioco a quattro che rivoluzionerebbe la scacchiera internazionale. Sulla fattibilità di una sfida che porterebbe alla creazione del più grande Hub d’Italia, davanti a Fiumicino, e, anzi, del più grande sistema aeroportuale del sud Europa, uno studio commissionato a una società straniera sta per essere presentato. Probabilmente già nel consiglio del D’Annunzio, fra 15 giorni.Per Fabio Bortolazzi è la conclusione di un processo: «Se Malpensa entro il 2015 non crea la terza pista non sarà competitivo a livello europeo», sostiene il presidente della Spa. «I costi per la realizzazione però sono altissimi e l’impatto ambientale disastroso. Anche Sea, la società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa, sa fare i conti».QUESTA LA premessa. La proposta è di trasformare il D’Annunzio nella pista che a Malpensa non c’è, in un terminal per il grande trasporto cargo intercontinentale, e, in futuro, per le grandi tratte intercontinentali di passeggeri. Quanto al Catullo, si dividerebbe con Linate i voli continentali: «Verona ha acquisito tutte le zone militari, e ha quindi la possibilità di ampliarsi. Linate invece – ricorda il presidente della Catullo – per rientrare nei parametri di sicurezza deve calare il traffico aereo del 30 %».Quanto di questo aeroporto virtuale è già sulla carta? «Non posso dire che siamo già arrivati alle nozze – nicchia il presidente della società di gestione veronese -, ma ho già pronto l’anello di fidanzamento». Quanto alla posizione degli attuali soci della società veronese, il presidente fa intendere che alcuni di loro, fra i più influenti, vedono di buon occhio il progetto, perché «sarebbe un’opportunità per la loro dismissione». Francoforte, da cui passa la maggior parte delle merci trasportate da Lufthansa Cargo, e attualmente il più grande air cargo hub d’Europa, non ne sarebbe invece contento, e neppure Fiumicino, l’hub più grande d’Italia. «Confido però nel ruolo della politica, soprattutto quella bresciana», sostiene Bortolazzi. Fiducioso, perché è convinto che la politica sappia cogliere le potenzialità di una nuova società che verrebbe a costituirsi nel nord Italia, zona fortemente produttiva. Una società che entrerebbe in borsa entro cinque anni, e che prevederebbe anche un capitale pubblico. Nessun socio dominante, si devono evitare i cannibalismi, avverte Bortolazzi.«L’investimento inizialmente sarebbe molto basso», sottolinea il presidente dello scalo. «La pista per i cargo c’è e Malpensa ce la invidia. Il D’Annunzio dovrebbe solo ampliare i magazzini di stoccaggio, un domani si potrebbero crescere anche infrastrutture per i passeggeri». Se il sistema diventerà competitivo, andando a raccogliere lavoro in Europa, le strutture saranno potenziate. Sembrano lontane anni luce le polemiche che avevano contrapposto i bresciani e i veronesi sulla gestione dello scalo di Montichiari.BASTA CON I campanilismi, ammonisce Bortolazzi. La prospettiva si è rovesciata: il piccolo aeroporto non può più pensare di sopravvivere da solo, bisogna invece guardare a che cosa offre il mercato. Aprirsi all’Europea, creare un’alternativa alla Germania. La campana bresciana risponde con cautela: «Un progetto suggestivo – afferma Vigilio Bettinsoli -. In questi giorni un vettore di Roma ha dimostrato interesse verso il nostro aeroporto. Su un altro fronte si lavora per creare un collegamento Brescia-Madrid-Buenos Aires. Quello di creare un hub del nord Italia sarebbe un traguardo a cui guardare con entusiasmo, ma la strada è molto lunga».La notizia in effetti è piovuta dal cielo come la pioggia di questi giorni. Bettinsoli attende le reazioni dei soci, le risposte dalla società che gestisce Malpensa, Sea, i segnali di Linate. In pochissimi ne sapevano qualcosa. Ma quello di Bortolazzi sembra un disegno dai contorni molto ben definiti.

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