mercoledì, Aprile 24, 2024
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Dopo l’allarme lanciato dall’Anas, il provvedimento del Comune entrato in vigore ieri. Decisa l’«imbragatura» con reti e tiranti del versante della Mughera

Frana, sgomberate 50 famiglie

Due giganteschi massi che potrebbero precipitare sulla parte centrale dell’abitato di Limone hanno indotto il sindaco Franceschino Risatti a correre ai ripari, predisponendo un immediato intervento per rimuovere il pericolo incombente sulle case ed i negozi del centro storico. L’intervento, però, prevede che per almeno un paio di settimane, da ieri al 25 novembre qualche decina di famiglie abbandoni la propria abitazione, in modo da dare la possibilità ai tecnici di operare senza rischi per la gente. Al mezzogiorno di ieri infatti è stata completata l’evacuazione di una cinquantina di famiglie, almeno 150 persone che per il periodo dei lavori saranno in parte, almeno la metà, ospitate nella Casa albergo «Sorriso» e in altri appartamenti locati dal Comune; l’altra metà invece alloggerà nelle abitazioni dei parenti. Il sindaco Risatti ricorda che la decisione è stata presa dopo l’allarme lanciato la settimana scorsa dall’Anas e dalle successive valutazioni di alcuni esperti che hanno condiviso i timori di rischi per la popolazione. I due massi sono sovrapposti e di notevoli dimensioni: quello sottostante è di circa 700 metri cubi e quello che lo sovrasta, che forma una sorta di cappello, è di una cinquantina di metri cubi. Entrambi sono pericolosi, specie per il fatto che pare davvero ristretta la base sulla quale si appoggiano: meno di un metro.LA LORO PRESENZA e, soprattutto, le condizioni di assoluta precarietà, sono state segnalate al sindaco dall’Anas nei giorni scorsi. Tra l’azienda ed il primo cittadino c’è stato un colloquio lo scorso 30 ottobre, dal quale è emersa la gravità della situazione e l’urgenza di affrontarla.Immediata la presa in considerazione del problema, dato che non si poteva fare altro: i massi sono appoggiati alla dorsale della Mughera, la montagna che domina Limone, e il loro incombere non tranquillizza affatto. Alcuni anni orsono, peraltro, la stessa montagna nella sua parte più alta era stata coinvolta da un incendio durato parecchi giorni.L’IMMEDIATA scelta di Risatti è stata quella di correre ai ripari senza porre troppo tempo in mezzo, per mettere in sicurezza la parte settentrionale del centro storico, quella che si sviluppa più o meno a partire all’altezza dell’ex municipio (al termine del lungolago) fino all’imbarcadero, di fronte all’hotel Azzurro. Si tratta di un lungo inseguirsi di stradine e vicoli caratteristici, zeppi di bar e negozi che fino a pochi giorni orsono costituivano il paradiso dei turisti che alloggiavano in paese. Durante il giorno la vigilanza sulle abitazioni vuote sarà garantita dalla Polizia locale, di notte da agenti privati.L’avvistamento del pericolo è dovuto all’Anas, che sta eseguendo dei lavori su quella parte di roccia e, appena venuta a conoscenza della situazione, ha informato il Comune che si è mosso per porre rimedio al pericolo. Si interverrà subito sul masso più piccolo. Scartata l’ipotesi di frantumarlo attraverso un’esplosione che lo avrebbe ridotto in polvere (sarebbe comunque stato necessario lo sgombero di buona parte del paese), si seguirà la strada dell’«imbragatura», ovvero della messa in sicurezza attraverso una maglia di rete che ancorerà il macigno. I lavori sono stati assegnati con urgenza ad una ditta, la Batocchi di Daone) che per il Comune di Limone sta già eseguendo altre opere. I costi se li è accollati la Regione e ammonteranno a 136.000 euro. Non è stato perso tempo e l’impresa è entrata subito al lavoro. Ad essere presa in considerazione immediatamente, si diceva, è la situazione che si presenta come la più grave, quella del masso che sta in alto e che potrebbe muoversi per primo. A seguire si penserà anche al macigno sottostante, il più grande.

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