Oltre 90 mila passeggeri nei primi due mesi di attività del nuovo impianto presieduto da Giuseppe Venturini In novembre il bando dei lavori per sala, self-service e palestra
Funivia, un «riparo» ad alta quota
A gonfie vele. Inanella di giorno in giorno record significativi la nuova funivia che collega il centro lacustre ai 1.760 metri di Tratto Spino, Giardino del Baldo. L’impianto di risalita inaugurato ufficialmente il 24 luglio dal presidente Carlo Azeglio Ciampi si dimostra, mai ce ne fosse stato di bisogno, una vera miniera d’oro in grado di dare un deciso impulso al turismo dell’alto lago e alla montagna veronese. Bastano alcuni dati raffrontati allo stesso periodo dell’anno scorso per capire come i 39 miliardi di vecchie lire spesi per il rifacimento della struttura funicolare siano stati un ottimo investimento. In 41 giorni (dal 20 luglio al 30 agosto) sono saliti sulle cabine rotanti 92.397 passeggeri, con una media di 2.253 presenze giornaliere. In pratica 40.091 utenti in più rispetto l’identico periodo dell’estate del 2001. Incremento significativo anche per il trasporto di mountain- bike, un’ottantina al giorno contro le settanta scarse dell’anno scorso. Dati d’alta quota, che fotografano il successo di una operazione condotta a termine a tempo di record, dieci mesi, da un consorzio d’enti pubblici composto dalla Provincia, Comune di Malcesine e Camera di Commercio. Una vittoria una volta tanto della società pubblica sul privato con la dimostrazione, cosa non da poco, che si può portare a termine un’opera faraonica senza accumulare spaventosi ritardi e sforare i bilanci di previsione. Basterebbero solo queste considerazioni per capire come dal giorno della riapertura della funivia le quotazioni di Giuseppe Venturini, presidente del consorzio funicolare Malcesine- Monte Baldo, siano spaventosamente balzate in alto. L’ex consigliere regionale, di fronte alla serie di complimenti e apprezzamenti che gli sono piovuti addosso in questo periodo, sfodera una maschera di gomma e indossa il saio d’umiltà. «Tutto questo è merito di tante persone ed enti che hanno saputo fare squadra, creare sinergie vincenti e credere in un progetto vincente», sostiene convinto. Vicino a lui due collaboratori che non esita a definire «pilastri insostituibili»: il geometra Bolognini e Gianfranco Bortolussi, responsabile del procedimento dei lavori. «Hanno risolto assieme al sindaco di Malcesine Giuseppe Lombardi, sempre al nostro fianco, una miriade di piccoli-grandi problemi». Nei giorni della gloria Venturini, da consumato politico ripartito dopo un brusco stop a metà anni Novanta, sta bene attento a non dimenticare nessuno. «La nostra fortuna (o merito, ndr ) è il credito di fiducia riscontrato da parte dei soci del consorzio. Hanno creduto nel nostro lavoro senza mai interferire. Senza collaborazione tra Camera di commercio, sotto la gestione prima di Massimo Ferro e ora di Fabio Bortolazzi, Provincia e Comune di Malcesine sarebbe stato davvero un disastro». È in vena di confidenze (calcolate?) Venturini, e racconta dell’aiuto determinante avuto dal sottosegretario Aldo Brancher: «L’estate scorsa ci ha portato a Roma, dal ministro Lunardi, accelerando così i passaggi e le autorizzazioni ministeriali per l’approvazione del progetto di rifacimento della funivia. Abbiamo guadagnato mesi preziosi, decisivi per riaprire l’impianto nei tempi prefissati». La funivia è costata, come già ricordato, 39 miliardi di lire: 30 finanziati da un pool di banche (Cariverona capo fila dell’operazione, Banca Popolare di Novara e Verona, San Paolo di Roma) mentre nove miliardi erano stati accantonati nel corso degli anni dal Consorzio. Soldi che dovranno essere restituiti in 20 anni a partire dal 2003. «Dobbiamo ancora decidere se con tassi d’interesse variabile attorno al 3,5 per cento oppure con tasso d’interesse fisso», fa notare Gianfranco Bortolussi pronto a snocciolare delle previsioni: «se manteniamo una media di 2.000 passeggeri al giorno per 200 giorni all’anno arriviamo ad incassare quasi otto miliardi e 800 milioni di lire. Tolte le spese per il personale (26 dipendenti), per l’ammortamento e per la gestione dell’impianto, rimangono in cassa soldi più che sufficienti per pagare senza affanni il mutuo». Una situazione finanziaria rosea che, tranne clamorosi e impensabili intoppi di percorso, può garantire al consorzio funicolare d’investire ancora. In ballo, infatti, c’è la costruzione alla stazione a monte di Tratto Spino di un modulo, secondo la morfologia del terreno in cresta, destinato alle attività di carattere turistico-commerciale. Costo dell’operazione cinque miliardi, sempre di vecchie lire. «Pensiamo di partire con il bando di concorso nel mese di novembre», riprende Venturini. Nel progetto, oltre ad un bar ristoro self-service è prevista una sala di accoglienza per i turisti che potrà essere dotata di installazioni multimediali per le trasmissioni di immagini a sfondo culturale. Non mancheranno i negozi, nei quali sarà possibile acquistare prodotti tipici del Garda e del Monte Baldo (olio, formaggi), ma anche tutta una serie di gadget. C’è poi l’interessamento da parte di privati ad aprire un centro fitness. L’idea è quella di vedere, fra qualche anno, la gente che sale sulla funivia a tarda sera per andare a cena a Tratto Spino. Avere a quota 1.800 metri un luogo vivo, in grado di dare impulso all’economia e nel contempo di fungere da confortevole luogo di riparo per i turisti in caso di maltempo. In questo modo si evita anche l’affrettato rientro a valle della gente quando in cima al Baldo il tempo si guasta. Il risultato? Lunghe code, chi l’avrebbe mai detto, per scendere a Malcesine.