I sub del museo di Verona, attraverso migliaia di reperti recuperati dallo scheletro del galeone veneziano, adesso hanno finito di comporre un fotomontaggio della nave da guerra affondata dai serenissimi, nel 1509, davanti a Lazise perché non cadesse nelle mani dei Visconti. A questo punto si fa più concreto e necessariamente prossimo il recupero dai fondali del relitto, unicum mondiale di calibro storico culturale. Con le sovvenzioni della Ue e gli sforzi congiunti regionali, provinciali e locali, si mira infatti al vagheggiato e ormai imminente obiettivo: riportare in superficie e salvaguardare quel che resta, dopo sistematiche razzie, dell'irripetibile galeone, per sistemarlo nella sua cornice più appropriata: la Dogana di Lazise. Il valore di questo unicum mondiale è incalcolabile: il suo potere calamitante d'immagine e la sua forza evocativa producono un forte effetto psicologico su studiosi, estimatori, turisti. Il recupero museale è anche un eccezionale investimento produttivo per l'industria del forestiero.Recupero che, in primis, metterebbe fine alle dannate razzie che fruttano tuttora ai “tombaroli di lago” reperti a bizzeffe, i quali di massima finiscono all'estero come souvenir.