giovedì, Marzo 28, 2024
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Scarsità delle precipitazioni e temperature polari: i responsabili dei consorzi pronti a misure drastiche. I livelli dei tre bacini sono ai minimi storici e si annuncia un’altra estate arida

Garda, Idro e Iseo: la grande sete

Le campagne bresciane devono aspettarsi un'altra estate di siccità per buona parte dei loro 120mila ettari coltivati a seminativi? Livelli dei laghi e previsioni meteorologiche fanno propendere per una risposta affermativa: dopo le nevicate sulla nostra provincia da 20 giorni si registra assenza di precipitazioni rilevanti destinata a durare ancora a lungo (vedi articolo a fianco). I livelli sono in continuo calo e i bacini di alta montagna quasi all'asciutto, in attesa delle sgelate primaverili. Solo un aprile e un maggio estremamente piovosi potranno scongiurare l'ennesima torrida estate. . C'è sempre meno acqua nel maggior bacino naturale della nostra provincia. L'altezza del lago è di 59 centimetri sopra lo zero idrometrico (che si raggiunge quando dal lago non esce più una goccia d'acqua): circa la metà della media storica, che a metà gennaio è di 90 centimetri. Oggi negli uffici della Provincia di Mantova si riuniranno i dirigenti del consorzio del Mincio, dell'Associazione interregionale per il Po, del parco del Mincio e della Comunità montana del Garda per discutere in merito alle misure da adottare. «L'unica cosa da fare è ridurre ulteriormente la portata in uscita dal lago – spiega Massimo Galli, direttore del consorzio del Mincio – facendola scendere dagli attuali 15 metri cubi al secondo al minimo consentito, ovvero a 10». Certo è che in assenza di piogge primaverili abbondanti anche le campagne del basso Garda potrebbero andare incontro ad una estate siccitosa come quella del 2003. LAGO D'ISEO. I dieci bacini artificiali dell'Enel di Vallecamonica stanno rilasciando nell'Oglio il minimo storico di 17 metri cubi al secondo (il precedente record negativo era di 22). Ieri il livello del lago era già a -6 centimetri sotto lo zero idrometrico, ma scende di 5 centimetri alla settimana: a marzo potrebbe raggiungere il limite minimo consentito di -30 centimetri. Dal lago per ora escono 24 mc/sec d'acqua, «ma potremmo decidere di ridurre ulteriormente – conferma Massimo Buizza, direttore del consorzio dell'Oglio – arrivando fino a 17. Non potremo scendere ulteriormente perchè dobbiamo assicurare il deflusso minimo vitale del fiume». Perchè nel lago arriva così poca acqua? «In inverno la produzione di energia è ai minimi – spiega Buizza – e le risorse idriche contenute nei bacini artificiali (circa 53 milioni di metri cubi) vengono conservate per l'estate, quando aumenta la richiesta di energia elettrica». Potrebbero risultare un fattore positivo le basse temperature e le previsioni di un marzo e di un febbraio particolarmente freddi: la neve si scioglierà a tarda primavera, assicurando così un afflusso di acqua al Sebino poche settimane prima dell'inizio della stagione irrigua. LAGO D'IDRO. Afflussi al lago (7 metri cubi/ sec) e portate in uscita del fiume Chiese ai minimi storici. La neve non riesce a sciogliersi per le bassissime temperature; a monte i due bacini Enel di malga Boazzo e Bissina contengono solo 10 milioni di metri cubi contro una capacità massima di 70. Così il livello dell'Eridio ieri misurava 365,21 metri sopra il livello del mare; quote da siccità. Ettore Fanfani, commissario temporaneo per la gestione dell'Idro, da lunedì ha deciso di abbassare la portata in uscita del Chiese a 10 metri cubi al secondo. La prima conseguenza è che le 15 centraline per la produzione idroelettrica che enti pubblici e aziende private hanno installato lungo il corso del fiume sono ferme. «Le portate del fiume sono troppo risicate – spiega Giuseppe Negrinelli, direttore del consorzio del Medio Chiese – e anche le nostre tre centraline per la produzione di energia idroelettrica, quella di Salago (650kw), di Calcinato (660kw) e di Esenta di Lonato (660kw), sono ferme». La domanda cardine che rimbalza negli uffici dei consorzi irrigui è sempre la stessa: che fare per prevenire l'ennesima estate siccitosa? Massimo Buizza, direttore del consorzio dell'Oglio, auspica una tavola rotonda con l'ente Provincia e le associazioni agricole. Le soluzioni ipotizzate negli scorsi anni erano sostanzialmente tre: diversificazione dei seminativi; miglioramento delle strutture irrigue; utilizzo delle cave dismesse di sabbia e ghiaia come bacini di riserva idrica. Una soluzione, quest'ultima, avanzata principalmente dalla , ma che Buizza ritiene quasi impraticabile: «Servirebbero cave di grande estensione, ma se le riempiamo con l'acqua del lago rischiamo di inquinare la falda sottostante. Inoltre le turbine di pompaggio avrebbero dei costi molto alti in termini di energia».

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