martedì, Aprile 23, 2024
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In vista del summit di venerdì, Iva Berasi presenta a Dellai un rapporto ambientale ricco di iniziative già avviatissime Centraline su Sarca e Varone, controlli a tappeto: il sindaco è servito

Garda trascurato? No, l’allerta è costante

Una nuovissima centralina di controllo automatico è stata posizionata da alcuni mesi alla foce del Sarca e tiene d’occhio, di continuo, cioè attimo per attimo, il contenuto di nitrati, ammoniaca ed orto-fosfati. Due nuove centraline per il controllo «24 ore su 24» della qualità delle acque, saranno attivate entro questo autunno anche sul torrente Varone, al fine di individuare situazioni di particolare sofferenza connesse con potenziali scarichi inquinanti. Il servizio ripristino e valorizzazione ambientale ha inoltre verificato in questi mesi l’allacciamento alla rete fognaria di numerosi scarichi civili domestici alla rete fognaria, sostituendosi in un certo senso ai Comuni, a cui competerebbero i controlli degli sdoppiamenti della rete (acque bianche e nere).E’ tuttaltro che «pigra» l’attenzione della Provincia ai problemi del Garda trentino. E bene lo spiega una lunga relazione che l’assessore Iva Berasi (dopo aver chiamato a raccolta tutti gli uffici trentini impegnati nella difesa ambientale e dopo aver chiamato al loro coordinamento la dottoressa Paola Matonti, già dirigente generale del Dipartimento Ambiente) ha consegnato venerdì scorso al presidente della Giunta provinciale Lorenzo Dellai.Tirata per le orecchie dal sindaco di Riva Cesare Malossini, che in una clamorosa lettera-ultimatum aveva minacciato di chiedere i danni per il degrado del lago, la Provincia si presenterà insomma «con la coscienza a posto» al summit di venerdì prossimo, quando gli stessi Dellai e Berasi caleranno sul Garda (appuntamento alle 18 al Villino Campi) per cercare di traquillizzare il Comune sugli sforzi in atto per lasciare anche alle future generazioni un lago pulito, azzurro e turisticamente appetibile.Detto che la Provincia non se ne sta con le mani in mano (come qualcuno potrebbe legittimamente pensare quando assiste a fenomeni desolanti come le schiumate della Centrale, le morie di pesci, il proliferare di alghe un tempo ignote…), va anche aggiunto che la stessa relazione dell’assessore Berasi ammette realisticamente la necessità di «rilanciare l’azione di coordinamento non solo interno alla Provincia ma anche interregionale per la tutela del Garda». Tant’è che è in programma un ulteriore lavoro di valorizzazione di un protocollo d’intesa sottoscritto nel settembre 2000 tra l’Agenzia provinciale dell’Ambiente e le omologhe agenzie del Veneto e della Lombardia.Tre gli obiettivi fissati da questo protocollo: 1) valorizzazione e salvaguardia del patrimonio idrico; 2) rimozione dei fattori di inquinamento del Garda dipendenti da scarichi ed immissioni di nutrienti; 3) realizzazione di iniziative e interventi di educazione, informazione e certificazione ambientale.E’ ben vero, infatti, che gli interventi sugli scarichi degli ultimi anni hanno portato a significativi miglioramenti sulla sponda trentina (come testimoniano i divieti di balneazione praticamente spariti negli ultimi anni, dopo le ripetute «crisi» degli anni Ottanta), ma è altrettanto vero che il «Garda trentino» è solo un trentesimo della superficie dell’intero bacino lacustre. Messo il guinzaglio ad alcune situazioni di sofferenza a nord (ed il Varone è probabilmente la più impellente) è a sud che bisogna trovate gli «eco-alleati».

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