sabato, Marzo 30, 2024
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Rottura nell’azienda tra la maggioranza di centro destra e le amministrazioni di sinistra: «Non c’è strategia: è la paralisi». Fuori Desenzano, Lonato, San Felice, Roè, Tignale e Gardone

Garda uno, l’Ulivo se ne va

L’Azienda Garda Uno è in coma profondo. I Comuni a guida ulivista di Desenzano, Lonato, San Felice del Benaco, Gardone Riviera, Roé Volciano e Tignale si sono dichiarati fuori dalla società, mentre i loro rappresentanti nei consigli d’amministrazione della spa e della srl, hanno rassegnato le dimissioni. Il solo Roberto Baruffolo, di Lonato, non ha ancora deciso ma potrebbe essere questione di ore. A far scattare la clamorosa protesta, la prima nella storia del consorzio Garda Uno, è stato il forfait all’assemblea convocata lunedì sera a Padenghe dai Comuni “ribelli” da parte dell’intero gruppo di maggioranza, incluso il presidente Diego Ardigò. Uno “schiaffo” che non è assolutamente piaciuto ai rappresentanti della minoranza che, invece, si sono regolarmente presentati nella sala congressi del Garda Uno. A determinare la defaillance dei vertici del Garda Uno e degli altri consiglieri sarebbe, secondo quanto denunciano le minoranze, «la difficoltà ad eleggere i nuovi consiglieri e la mancanza di accordi in seno alla Casa delle Libertà». Ieri i sindaci Pienazza (Desenzano), Bonincontri (Tignale) e Perini (Lonato), anche a nome degli altri colleghi, hanno duramente criticato l’atteggiamento di chiusura dei vertici societari e denunciato «la perdurante paralisi che sta portando allo sfascio la società». «Manca una qualsiasi strategia politica e finanziaria, non è stato approvato ancora il bilancio, c’è l’esigenza di avere un consiglio d’amministrazione più snello e con un minor numero di rappresentanti (oggi ne siedono 11 per ciascuna società, la proposta è di ridurli a metà, ndr.), inoltre da una settimana – rincarano la dose i sindaci del centrosinistra – i nostri quattro rappresentanti nella spa e nella srl hanno abbandonato il consiglio. E ancora, il 17 febbraio era stata votata all’unanimità una risoluzione perché si risolvessero questi problemi, invece sono trascorsi 4 mesi e ci troviamo ancora in una situazione d’impasse». Da parte loro, la Comunità Montana e la Provincia «non hanno neppure comunicato la loro assenza all’assemblea dell’altra sera; ma di chi fanno gli interessi: dei cittadini o dei loro partiti?», si è chiesto Morando Perini, primo cittadino di Lonato. E cosa fa in questo bailamme il Garda Uno? «Semplice – risponde Manlio Bonincontri, di Tignale – si va avanti con l’ordinaria amministrazione, non ci sono strategie, né un piano industriale». Aggiunge Fiorenzo Pienazza: «Una settimana fa è arrivata una lettera a firma del vicepresidente del Garda Uno con la quale si caldeggiava l’approvazione del bilancio per poter impedire alla società che precipitasse in una grave situazione, ma l’altra sera, in cui si sarebbe dovuto parlare anche di bilancio, non si sono presentati: incredibile!». L’interesse, dunque, verso l’erogazione dei servizi (il Garda Uno si occupa di risanamento del lago di Garda, di collettore, di raccolta e smaltimento rifiuti, di servizi di acqua), secondo Desenzano e i Comuni alleati, «è ormai ridotto a zero nonostante la società per azioni sia nata un anno fa».

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