sabato, Aprile 20, 2024
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Le idee: dal tracciato sopra Gardone al tunnel fino a Riva. Al Cinema Cristal un convegno della Comunità montana sui progetti per la 45bis

Gardesana, ricette anti-caos

Se esiste un tratto di strada attorno al quale sono fioriti progetti (rari su carta, più di frequente in sede di proposta di massima), questo è proprio la Gardesana Occidentale. E di tutto questo si parlerà nel convegno di quest’oggi a Salò promosso dalla Comunità montana (Cinema Cristal, ore 9,45) alla presenza di tecnici, amministratori e politici. Tre le ipotesi dibattute da tempo, alcune praticabili più di altre, ricordiamo il tracciato più elevato rispetto all’attuale, sui rilievi che sovrastano il lago, sopra Gardone Riviera fino a Riva; oppure tutto in galleria da Toscolano a Riva e infine l’idea più estrema, suggestiva, ma alquanto difficile da attuare, sia per la complessità che per l’onere finanziario, ovvero un tunnel tra Toscolano e la Valle Sabbia. Sempre agli onori della ribalta la Gardesana, progettata dal tremosinese Riccardo Cozzaglio, la costruzione della strada nel tratto da Gargnano a Riva venne iniziata nel 1928, per venire poi inaugurata il 18 ottobre 1931. Vi transitò, tra gli altri, anche Gabriele d’Annunzio, che battezzo «Meandro» la nuova arteria stradale. Pare che alla guida della vettura del Vate vi fosse nientemeno che il campione Tazio Nuvolari. Migliaia di uomini all’opera e numerosi morti contrassegnarono la titanica impresa che collegava la nostra sponda al Trentino, togliendo dall’isolamento sia Campione che Limone. In precedenza, motivi di carattere militare avevano sconsigliato di procedere all’opera: Riva, infatti, era territorio degli Asburgo, e rimase tale fino al 3 novembre 1918. Negli anni della seconda Guerra Mondiale, le gallerie tra Gargnano e Riva vennero trasformate in officine di alcuni reparti della Fiat, Breda, Todt. Una carreggiata era occupata dai macchinari, sull’altra era possibile il transito. I primi ragionamenti attorno alla Gardesana maturarono già mezzo secolo fa. Si trattava di decidere come adattare l’importante via di collegamento alle nuove esigenze del boom automobilistico e della nuova industria del forestiero: il turismo che aveva cambiato la faccia ed il sistema di vita Garda. Non più pescatori ed olivicoltori, ma imprenditori iniziarono ad operare sulle sponde del Benaco, con ben altre esigenze, prima fra tutte quella di consentire al turista un più rapido spostamento. Negli anni Sessanta la discussione verteva attorno ad una duplice ipotesi: la costruzione di una strada alternativa alla Gardesana, che corresse a mezza costa in mezzo all’oliveto, oppure il raddoppio delle gallerie esistenti. Dopo un lunghissimo braccio di ferro e strategici cambi di posizione da parte di amministratori e politici, si giunse alla soluzione di allargare alcuni tunnel, opera che diede alla strada l’attuale volto, solo in parte modificato in seguito. Neppure in questo caso mancarono i lutti. Dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, un buon pacchetto di quattrini è stato speso nella posa di reti e di paramassi indispensabili, secondo l’Anas, nell’opera di protezione dalla caduta in strada di pietrame di modeste dimensioni; soldi sprecati, invece, per chi richiedeva soluzioni definitive, magari procedendo un gradino alla volta. Di recente si è tornato anche a parlare di potenziamento della rete di collegamento via lago, consentendo il trasferimento in battello, aliscafo, traghetto ed alleggerendo quindi il transito sulla strada. Nessuna carta concreta, però, è stata fino ad ora calata sul tavolo e si rimane nel campo delle ipotesi, anche perché i costi presunti sarebbero stratosferici. Resterebbe, inoltre, irrisolto (qualcuno dice che verrebbe addirittura aggravato) il problema dello scorrimento sulla Gardesana, compressa da una mole ancora maggiore di veicoli. Intanto, per mercoledì 3 luglio è in programma un altro incontro in Comunità montana a Gargnano sulla viabilità gardesana.

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