La Comunità parco e altre amministrazioni impegnate in un progetto di salvaguardia
Gardone, cantiere nella serra sotto la parrocchiale
Le superstiti limonaie del Garda costituiscono un grande patrimonio. E non solo d’immagine. Lo confermano anche gli studi che in questi anni sono sfociati in pubblicazioni, ultima quella di Leila Losi, «I Giardini di Limoni del Lago di Garda», recentemente presentata a Salò e segnalata da «Bresciaoggi» Ancora oggi le antiche colonne di pietra costituiscono un’attrattiva. Opportunamente la Comunità montana Parco Alto Garda bresciano, e alcune amministrazioni comunali, stanno operando per la conservazione e la riattivazione delle limonaie. E sarebbe possibile fare di più promuovendo, innanzi tutto, un censimento delle strutture superstiti (già è stato fatto a Gargnano) al fine di offrire alla Soprintendenza materiale per un vincolo specifico. E ciò prima che siano trasformate in minilocali o deturpate, come è avvenuto a Gardone Riviera, dove le colonne di una splendida ex limonaia di Fasano Sopra fanno da sfondo a una piscina costruita da poco. Pur senza un progetto organico relativo alle strutture superstiti, l’Amministrazione comunale di Gardone Riviera ha messo in programma il recupero della limonaia di proprietà privata sotto la chiesa parrocchiale. Nel 1901 erano segnalate a Gardone ben 32 serre di limoni. Nel censimento effettuato il 13 e il 14 marzo di quell’anno, frazione per frazione, risultavano, infatti, 17 limonaie a Morgnaga, 5 a Fasano Sopra, 2 a Bezzuglio, 6 a Fasano Sotto, 2 a Gardone Sotto. Stranamente non compaiono le strutture esistenti a Gardone Sopra, dove vi erano sicuramente all’epoca la serra sotto la chiesa che ancora esiste e che appunto sarà recuperata, a Cargnacco e altrove. Il ripristino delle limonaie della sponda occidentale, da Salò a Limone – da affidare a cooperative e a volontari – meriterebbe l’attenzione degli enti comprensoriali. Il territorio, ai fini turistici, è stato infatti opportunamente chiamato di recente «Riviera dei limoni».