mercoledì, Aprile 24, 2024
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Da tempo la legge Bassanini ha deciso di trasferire le competenze agli enti locali, ma fino ad oggi si è fatto poco

Gestione dei porti. Si naviga nella giungla

Sul Garda è necessario uniformare in tempi brevi la gestione dei porti e le normative che regolano la navigazione e l’uso del demanio lacuale. Lo esige la necessità di salvaguardare questo gioiello della natura e la sicurezza di chi lo naviga. La Comunità del Garda, che è presente con un proprio stand al 40° salone internazionale della nautica di Genova (fino al 22 ottobre), in più occasioni ha sollecitato gli enti competenti affinché venga risolta definitivamente questa annosa questione. La legge Bassanini, già da tempo, ha sancito il trasferimento di competenze anche in materia di portualità agli enti locali. Da qui nasce la necessità di coordinare questo passaggio epocale. È ovvio che di punto in bianco i Comuni non abbiano i mezzi e gli strumenti per far fronte anche a questa incombenza. Per fortuna però sul Garda in quasi tutti i paesi c’è un circolo velico. Ciò significa, al di là dell’aspetto sportivo, anche un patrimonio di conoscenza e di competenza nautica di notevoli proporzioni. Queste associazioni sportive sono radicate sul territorio, inoltre non hanno finalità di lucro e sono gestite da appassionati di provata esperienza. A queste garanzie si aggiungono le facilitazioni burocratico-giuridiche che semplificano i rapporti con le pubbliche amministrazioni. Un esempio per tutti: la Fraglia vela Desenzano che gestisce da anni il porto Maratona della capitale del Basso Garda bresciano. Ciò va nel segno dell’integrazione e dell’ottimizzazione delle risorse tra enti pubblici, in questo caso i Comuni e soggetti privati, i circoli nautici. Su questa base quindi è possibile costituire società di gestione miste. In quest’ambito la Comunità del Garda, che ha sede a Gardone Riviera, svolge il ruolo di coordinatore ovvero di autorità interregionale. Intanto però la nuova legge sulla navigazione del Garda, che deve essere approvata da Lombardia, Veneto e provincia autonoma di Trento è ancora una chimera, l’ultima versione, peraltro non ratificata congiuntamente da Venezia, Milano e Trento, risale al 1983. E pensare che questa norma prevede che i rappresentanti delle due Regioni e delle province interessate per la disciplina della navigazione sul Garda si debbano riunire almeno una volta l’anno prima del 30 novembre. Ma le «anomalie» non finiscono qui; la Lombardia ha già di fatto applicato i dettami della legge Bassanini per la gestione dei porti. La Provincia di Trento e il Veneto invece ancora no. È auspicabile che su questo fronte agisca come forza propulsiva e propositiva oltre alla Comunità del Garda, che èpresente con un proprio stand al 40° salone internazionale della nautica di Genova, anche l’Unione di navigazione interna italiana (Unii) che ha sede a Venezia e che fino a qualche mese fa è stato presieduto dall’ex assessore regionale ai trasporti Raffaele Bazzoni. Questo ente, ai più sconosciuto, è stato costituito nel 1999. L’Unii è composta da rappresentanti di Regioni, Comuni, Province, Camere di commercio, aziende portuali, consorzi di sviluppo industriale e aziende private interessati alla navigazione in acque interne. Tra le diverse ditte che hanno aderito all’Unii c’è anche la Scaligera Veronesi. L’Unii ha tra i suoi scopi quello di uniformare le procedure burocratiche e amministrative e di favorire anche sul piano legislativo i rapporti tra gli enti locali, ispettorati di porto, uffici di navigazione ed enti portuali.

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