Gienne Aprile 2009

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    Dialetto, radici tra le parole

    Le nostre radici sono nel dialetto. Le parole che sentiamo spesso fin dall’infanzia, le espressioni del viso accompagnate da esclamazioni e gestualità contribuiscono a formare la personalità e costituiscono gli usi e costumi della società nella quale cresciamo e viviamo. Un tempo parlare in lingua locale era la prassi nelle nostre città. Il dialetto esprimeva con una espressione ampi concetti e sensazioni che non trovavano corrispondenza in italiano. Poi l’avvento della comunicazione di massa ha di fatto annientato e comunque relegato ad una ristretta cerchia qualunque scambio verbale che non fosse l’italiano. E le nuove generazioni spesso non conoscono la lingua di chi li ha preceduti con la quale hanno espresso i loro sentimenti e hanno descritto la loro vita e il loro territorio. Che grave perdita! Quando non si riconosce più la lingua dei nostri padri si cominciano a perdere le radici, il senso di appartenenza alla propria terra, alla propria cultura. E con esse l’amore per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Ecco perché proponiamo sempre proverbi e poesie nelle lingue locali che si parlano da noi sul nostro lago che ha mille sfaccettature nei tre ceppi, lombardo, veneto e trentino con le varianti di tutte le località lacustri e dell’entroterra. Un patrimonio infinito che va tutelato. E alura: Buna Pasqua a tocc.

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