Gienne Novembre 2018

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    Novembre tempo di analisi e di riflessioni. Sul Garda tutto, o quasi, tace: chi pensa alle meritate vacanze magari in località tropicali, chi aspetta la stagione sciistica, chi è ancora alle prese con maquillage o ristrutturazioni delle proprie strutture. Forse, a mio modesto avviso, pochi pensano all’immagine del proprio personale chiamato quotidianamente al contatto con il cliente, con l’avventore, con il turista e questo vale sia per il vacanziero che per il residente.
    È piacevole e appagante incontrare quando vai al bar, al ristorante o al negozio, persone vestite con una divisa uguale per tutti che ti accolgono con un sorriso, chiedendo cosa desideri. Di questi locali ne esistono, ma in quantità limitata.
    Non trovo elegante e professionale vedere personale adibito alla somministrazione di cibo o bevande vestito come se stesse andando in spiaggia o al mercato: beninteso, nella propria vita privata ognuno è libero di fare e vestirsi come pare e piace, ma nella vita pubblica occorre un certo contegno e decoro, una presentabilità che qualifichi il ruolo dei vari addetti ai lavori.
    Negli alberghi, negli hotel e in altri luoghi l’abbigliamento riveste un ruolo importante; perché questa obbligatorietà non viene intrapresa anche dai vari esercizi pubblici che costellano le nostre località turistiche?
    Oltretutto una seria divisa è anche indice di qualità e pulizia, il che non guasta mai.
    I comuni mortali in veste di turista si abbigliano ovviamente da turisti, da vacanzieri, magari anche rispettando il luogo in cui passeggiano e non ha dorso nudo o in costume da bagno per le vie dei centri storici; qui peraltro alcune amministrazioni comunali hanno già iniziato a colpire, giustamente, con sanzioni pecuniarie i “disobbedienti”, il personale attivo no! Ne va per la nostra immagine, per il nostro territorio per la nostra professionalità unica nel mondo.
    Poi, permettetemi un’ultima considerazione che rivolgo soprattutto ai responsabili della ristorazione. Perché sulle tavole dei ristoranti, grande eccellenza del nostro territorio, non proponete, (si fa presto anche eventualmente a toglierla!) una bottiglia di vino e di olio del nostro territorio? Capita spesso di vedere vini veneti sulle tavole lombarde e viceversa, vini lombardi sulle tavole venete (molto di meno) ! Forse per quello 0,50 di differenza sul prezzo di acquisto? Che poi si perde nel prezzo, spesso elevato, praticato al cliente.
    Saremo secondi in Europa nel settore manifatturiero, ma certamente primi in assoluto nel settore vinicolo. Andiamone fieri! I Tre Bicchieri per il Chiaretto (Rosè) di Costaripa e fra i primi dieci al mondo, Comincioli, nelle aziende olearie, ce lo dimostrano.

    119°-Gienne-Novembre-2018

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