giovedì, Aprile 25, 2024
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La casa di riposo monsignor Giacomelli sarà assorbita entro pochi mesi dall’Istituto Villa Spada. Ma a Pesina i parenti cercano sponsor per evitare la chiusura

Giorni contati per l’Oasi

La casa di riposo Monsignor Giacomelli Oasi (Opere di assistenza e servizi integrati) di Pesina, che ha sede in un immobile di proprietà della parrocchia dei Santissimi Apostoli di Verona, deve chiudere. Entro l’anno i suoi ospiti saranno trasferiti a Villa Spada, l’Istituto di pubblica assistenza e beneficenza da cui dipende. La comunicazione ufficiale è stata data dal presidente di Villa Spada, Roberto Rodoz. «Appena nominato ho voluto incontrare gli ospiti e i parenti per informarli che si stanno stringendo i tempi per il trasferimento, in modo che possano decidere se continuare ad essere nostri ospiti a Villa Spada o adottare scelte diverse», fa sapere. «Entro l’estate sarà infatti qui completato il terzo piano, dove si renderanno disponibili 25 posti letto, da ritenersi sostitutivi dei posti esistenti alla casa di riposo Monsignor Giacomelli».Questa frase, è, secondo Rodoz, la chiave per capire l’obbligatorietà del trasferimento: «L’ampliamento è stato infatti possibile sulla base di un progetto della precedente amministrazione, che conta su un finanziamento regionale di 500mila euro, che la Regione tuttavia darà solo in sostituzione dei posti di Pesina».Rodoz aggiorna sulla situazione, rendendo noto che dopo la riunione del 24 febbraio qualcuno ha cercato di trovare soluzioni alternative. «Non ho ancora ricevuto comunicazioni ufficiali», dice, «ma so che alcuni parenti stanno cercando di sensibilizzare i sindaci del comprensorio ad investire su questo stabile, affinché resti casa di riposo dato che la normativa richiede adeguamenti strutturali molto costosi». Quindi racconta: «Nel 2000 l’Istituto Giacomelli è stato preso in gestione da Villa Spada, che paga un affitto alla parrocchia dei Santissimi Apostoli. Sin dal 2001 s’era manifestata la necessità di mettere a norma la struttura; la precedente amministrazione aveva proposto un progetto al proprietario, che però non risulta abbia dato risposta. In seguito l’amministrazione chiedeva che fosse lo stesso proprietario a procedere, ma questi offriva l’acquisto del bene per duemilioni e 500 mila euro circa, cifra che Villa Spada, anche tenendo conto delle ristrutturazioni da attuare, non si sentì di spendere. L’amministrazione cercò anche di coinvolgere il Comune proponendo di partecipare ai due terzi della spesa, senza esito». Fu così che nacque l’ipotesi di ristrutturare il terzo piano di Villa Spada, che avrebbe anche dato modo di riunire tutti gli ospiti a Caprino. Ed è su quel progetto, da un milione di euro, che la Regione ha garantito un finanziamento di 500mila euro.«Anche se quanto sta per accadere non dipende da una decisione presa da me, il trasferimento sarebbe comunque necessario», dice Rodoz. «E lo sarebbe anche se l’Istituto Giacomelli restasse casa di riposo, poiché la ristrutturazione va fatta per legge». Viene da chiedersi come mai prima e per alcuni anni non si sia proceduto, e cosa non vada a Pesina, visto che l’ambiente si presenta bene: «Le regole nel tempo sono mutate, ora la normativa richiede soprattutto precise volumetrie nelle stanze». La disposizione logistica finale a Villa Spada è ancora da valutare, ma sarà fatta tenendo conto che ci sono 40 posti letto al primo piano, 67 al secondo e ce ne saranno appunto 25 al terzo, una volta a regime. «A Pesina gli ospiti sono ora 34 e qualcuno teme che a Villa Spada si perda questa dimensione familiare creatasi nel tempo», spiega Rodoz. «Io credo che non sarà così, soprattutto sulla scorta di una nuova delibera regionale che prevede l’organizzazione degli ospiti in moduli di circa 30 persone. La logica mi sembra quella di creare cioè, pur nell’ambito di una grande struttura, gruppi ridotti con le medesime esigenze o affinità, comunque più affiatati. In ogni caso i nostri rapporti con la parrocchia sono buoni e continueremo a collaborare».

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