giovedì, Aprile 25, 2024
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Al via oggi la mostra d’arte, abbinata domani al «Mercantico»

Grandi pittori in vetrina

Da oggi al 5 ottobre la Sala del Celesti del Palazzo municipale di Lonato ospita una prestigiosa mostra di pittura con «Opere scelte» di Giacomo Bergomi, Tancredi Muchetti, Enzo Rivadossi e Antonio Stagnoli. Ad organizzarla l’assessorato al Turismo del Comune con il supporto di Davide Cenedella, Giordano Podenzani, Sergio Cavagnini. All’inaugurazione, prevista oggi alle ore 18, sarà presente il professor Luciano Anelli, un’autorità tra i critici d’arte e profondo conoscitore dei percorsi della pittura bresciana. La mostra sarà visitabile nei giorni feriali dalle 15 alle 18 e nei festivi anche al mattino dalle 10 alle 12. Inutile sottolineare come per l’Amministrazione comunale lonatese sia ormai diventato un appuntamento fisso, quello con l’arte e la pittura. Una scelta che ben si abbina a manifestazioni come il «Mercantico», che andrà in scena proprio domani nelle vie del centro storico (con le consuete bancarelle e l’assaggio della mortadella). Nella recente biennale cinematografica di Venezia è stato presentato un film dal titolo «Fantasmi di voce» dedicato proprio alla vita del pittore bresciano Antonio Stagnoli, nato a Bagolino nel 1922. Un film commissionato dalla Comunità montana di Valle Sabbia su progetto di Araldo Ceribelli. Di Antonio Stagnoli ricordiamo la sua straordinaria poetica espressiva, caratterizzata da un segno dolorosamente inciso, carico di drammaticità e sofferenza. Giacomo Bergomi costituisce invece il punto di incontro con l’essenziale. Un viaggio interiore fatto di rappresentazioni di vita vissuta, di personaggi semplici, di cascine desolate ma impregnate di vita. Tancredi Muchetti, nato ad Adro nel 1932, impara l’arte della pittura dal padre Giuseppe, e dallo zio Angelo, anch’egli pittore. Dal suo pennello prendono vita come d’incanto personaggi intenti a svolgere antichi mestieri. Infine Renzo Rivadossi, che vive ed opera a Nave. Attraverso la pittura, la sua vocazione di vita, trova la forma per comunicare il suo mondo interiore, malinconico e tenero che nell’atto creativo si trasforma sulla tela in figurazione cariche di drammaticità. Rivadossi ci parla di un mondo che ha perduto la sua purezza e il romanticismo; le sue figure sofferte, i suoi paesaggi infuocati, le sue nature morte, caratterizzate da una forte immediatezza rimandano alle condizioni di sofferenza che purtroppo sempre più si vanno affermando nella società civile.

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