mercoledì, Aprile 24, 2024
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Sicurezza in acqua. Agli uomini di pattuglia presto un premio ma il servizio non verrà istituzionalizzato. Se ne va la motovedetta dopo un’estate di gran lavoro, sperimentale

Guardia costiera a riposo

La Guardia costiera ha lasciato, per fine servizio, il Garda. Dopo aver pattugliato per sei mesi le acque benacesi, la motovedetta e i 12 uomini di equipaggio al comando di Marco Ravanelli, di stanza a Bogliaco di Gragnago, sono rientrati alla Capitaneria di Venezia. L’importante servizio di prevenzione e soccorso, attivato ai primi di maggio e potrattosi fino al 20 ottobre, ovvero due mesi in più rispetto allo scorso anno, ha garantito una presenza ininterrotta 24 ore su 24 di vigilanza alla sicurezza sia dei naviganti che degli appassionati degli sport nautici. Non solo. La presenza a bordo del mezzo della Guardia costiera, nei giorni di sabato e festivi, di personale medico proveniente dai tre 118 di Verona, coordinato da Cristiana Moeini, di Brescia e Trento, ha consentito di allargare il servizio ai bagnanti. Per l’intera estate, infatti, la sede di Gardone della Comunità del Garda è diventata punto di coordinamento di tutta una serie di servizi qualificati che ha visto attivato sulla sponda veronese del lago il servizio di idroambulanza d’intesa con i volontari della Croce Rossa e dei paesi rivieraschi, mentre sulla sponda occidentale e in particolare sul tratto stradale bresciano tra Limone e Sirmione a ogni fine settimana è stato garantito il servizio di motoambulanza, con la presenza di personale sanitario. Ebbene, il consuntivo della stagione 2004 è stato illustrato l’altra sera all’hotel Bogliaco di Gargnano e ha messo in luce come gli interventi in casi limite siano stati inferiori rispetto al 2003. Nel 2003 non mancarono infatti eventi drammatici, in particolare nella giornata in cui si svolse il trofeo Gorla, con un lago mai visto per furia ondosa che provocò scompiglio tra i regatanti, numerosi dei quali in acqua con le barche rovesciate. Non per questo la motovedetta CP 862 della Guardia costiera è rimasta quest’anno inoperosa: è intervenuta per 125 volte, percorrendo 3.350 miglia portando assistenza e soccorso a 131 persone, delle quali una ventina tra feriti o con principi di annegamento, mentre sono state 65 le imbarcazioni assistite. E a festeggiare la conclusione del servizio della Guardia costiera-pronto intervento sul lago di Garda, nell’incontro promosso dalla Comunità del Garda, è intervenuto il comandante della Capitaneria di porto di Venezia. «Abbiamo ricevuto molto in sei anni di esperienza sulle acque interne bernacesi», ha detto l’ammiraglio Gabriele Calcagno, «e dato quanto era possibile». Questo anche in riferimento all’importante riconoscimento governativo, su sollecitazione della Comunità del Garda, assegnato all’equipaggio della Guardia costiera e che verrà conferito nel prossimo mese di novembre con una cerimonia pubblica. Rispondendo poi alle sollecitazioni – sia del presidente della Comunità Mongiello, che del prefetto di Brescia Cortellessa Dell’Orco, nonché dell’assessore alla mobilità e ai trasporti della Provincia di Brescia, Valerio Prignachi – volte a sapere a che punto è l’iter per isituzionalizzare un servizio sperimentale ormai da sei anni, l’ammiraglio Calcagno non ha nascosto le difficoltà dello Stato e il fatto che il Corpo delle Capitanerie di Porto è molto ristretto. Calcagno ha quindi ricordato che l’attività è stata svolta con grande «impegno, professionalità e dedizione», sia dalla Guardia costiera ma anche di quanti (Croce rossa, polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco permanenti e volontari, polizia muncipale oltre alle varie associazioni di volontariato) sono nell’arco dell’anno solare impegnati nella sicurezza delle acque del Garda.

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