venerdì, Aprile 19, 2024
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La costruzione da parte di Filippo delle Vacche iniziò nel 1453. Ci vollero quasi cinquant’anni per completare il grande edificio. Salò celebra i fasti del primato religioso che conseguì insieme a quello politico

I 500 anni del Duomo della Magnifica Patria

I fasti della piccola capitale rinascimentale del Garda, Salò, si rinnovano in questi giorni nell’ambito delle iniziative per i 500 anni del Duomo, la parrocchia di Santa Maria Annunziata. Il Duomo è il cuore della città, il simbolo dell’autorità religiosa a due passi da quello del potere amministrativo, il Palazzo della Magnifica Patria, oggi sede municipale. È la chiesa madre in cui le vicende religiose degli ultimi cinque secoli si fondono con quelle storiche, culturali e artistiche. Con il Duomo, costruito da Filippo delle Vacche a partire dal 1453 e consacrato nell’ottobre del 1502, Salò espresse la consapevolezza del proprio primato politico quale capitale della Magnifica Patria e l’aspirazione a rivestire lo stesso ruolo anche in campo religioso. Oggi, come allora, Salò si ripropone come perno di una comune appartenenza a un’unica realtà, quella gardesana, che non è solo geografica, ma anche e soprattutto culturale. In questo sta il significato della concelebrazione con i Vescovi di Brescia, Verona e Trento, in programma sabato 7 settembre, il momento spirituale che di fatto apre il percorso autunnale delle iniziative religiose e culturali predisposte per celebrare degnamente l’anniversario. I presuli delle Diocesi gardesane celebreranno una Messa solenne alle 11.30. Saranno presenti autorità provinciali e gardesane. Per l’accompagnamento cantato giungeranno corali da tutto il Garda. Sempre sabato, l’inaugurazione di un grande evento culturale dedicato alla produzione pittorica a Salò tra Quattro e Cinquecento: la mostra «Tavolette lignee a Salò – percorsi nella pittura, 1475 – 1513» (7-29 settembre, salone della Domus). La rassegna, promossa da Parrocchia e Comune in collaborazione con i Civici Musei di Arte e Storia di Brescia, presenta per la prima volta al pubblico i risultati di una ricerca che aveva preso il via con il recupero delle tavolette lignee della Sala dei Provveditori, nel palazzo municipale, promosso dal Soroptimist club Garda Sud presieduto dalla prof.ssa Afra Vezzoli di Giovine. La mostra, curata da Monica Ibsen, focalizza l’attenzione sullo splendido soffitto, ancora integro, del salone d’onore della canonica del Duomo, oggetto di uno studio da parte della stessa Ibsen e di Paola Bonfadini, esperta di storia della miniatura e delle arti applicate a Brescia. L’estensione della ricerca dal soffitto della Sala dei provveditori a quello della canonica ha rivelato un quadro della produzione pittorica a Salò tra Quattro e Cinquecento assai più complesso di quanto non apparisse finora. «Le tavolette dei due soffitti – spiegano gli organizzatori della mostra -, da un lato rappresentano attestazioni significative di una tipologia decorativa diffusa nell’Italia settentrionale ma poco o nulla documentata nella Riviera gardesana, e dall’altro cadono in una fase della vicenda artistica salodiana finora desolatamente priva di opere pittoriche: per questo nella mostra vengono proposti un excursus nella produzione bresciana di tavolette lignee ed un percorso nella cultura artistica di Salò tra 1475 e 1513». Dall’accostamento tra i due cicli pittorici emerge chiaramente l’autografia unitaria, anche se tra la decorazione della Sala dei Provveditori e il soffitto della Canonica trascorse probabilmente un trentennio. Alle tavolette, inoltre, si salda un vasto corpus di affreschi sparsi per la Valtenesi, la Valsabbia e Salò, spesso di elevata qualità e riconducibili allo stesso maestro, figura ancora ostinatamente anonima. La mostra viene affiancata dalla pubblicazione di un volume degli stessi curatori. Un ulteriore tassello della grande opera di scoperta e di interpretazione del grande patrimonio artistico rinascimentale dell’antica capitale del Garda bresciano.

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