mercoledì, Aprile 24, 2024
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I risultati di una ricerca effettuata dal Centro di rilevamento ambientale. Un progetto pilota In cinque siti rinvenuti rifiuti di ogni genere, per una tonnellata

I canneti come pattumiere

Che il canneto rappresentasse un fenomenale depuratore naturale delle acque lo si sapeva da tempo. Ma nessuno avrebbe immaginato la quantità di rifiuti che potesse contenere, materiale che la dice lunga sulla scarsa sensibilità dell’uomo nei riguardi dell’ambiente. Basta un dato, frutto di una ricerca effettuata dal Centro di rilevamento ambientale (Cra) di Sirmione durante la campagna invernale di monitoraggio dei canneti della penisola. In cinque di questi – Villa Cortine, Brema, Drive-In, Punta Grò e Rondine – sono stati raccolti quasi una tonnellata di rifiuti: ferro (172 kg.), lattine di alluminio (11 kg.), vetro (117 kg.), rifiuti vari (640 kg.) ai quali devono aggiungersi quasi 17 mila kg. di canne triturate. Impressionante. Ma c’è anche chi fa peggio. «E’ stato constatato – affermano infatti i responsabili del Cra – che alcune persone prendono iniziative personali: un piccolo canneto in Lugana ed un altro a Colombare sono stati abusivamente tagliati, mentre un terzo canneto, sempre a Lugana, è stato danneggiato da diserbante». Gli esperti non si spingono oltre. Ma non ci vuole troppa fantasia per capire quale sia l’obiettivo finale dei deturpatori: rendere libera la spiaggia per poter realizzare strutture a lago o per non essere disturbati dalla «chiassosa» fauna acquatica che nidifica tra le canne. Per illustrare le finalità del progetto-pilota di cura e manutenzione dei canneti, avviato nel 2001, verrà allestita una mostra nel palazzo Callas di Sirmione, a partire dal prossimo 23 aprile (chiuderà i battenti il 2 maggio). Inoltre, nell’ottica della difesa dell’ecosistema lacuale, è stato avviato nella scorsa estate il monitoraggio delle popolazioni di moscerini («chironomidi» è il termine scientifico) che spesso finiscono negli occhi o in bocca. Lo studio è stato affidato all’Istituto di Entomologia agraria dell’Università di Milano che, con la stretta collaborazione del Cra di Sirmione, ha iniziato i primi campionamenti a settembre 2003, che tra poco riprenderanno per proseguire fino al termine della prossima estate. Non ci sono risultati ancora certi, anche perché l’estate scorsa è stata anomala, a causa del caldo africano che si è abbattuto per almeno due mesi senza un giorno di pausa. E’ stato messo allo studio anche un progetto per l’utilizzo di prodotti chimici e biologici per la distruzione delle larve. I moscerini si sviluppano a partire da acque ferme, dove vi sia accumulo di sostanza organica e un non corretto equilibrio naturale. Ma c’è un terzo progetto, ancor più importante e decisivo per controllare il livello di inquinamento dell’aria. «Il centro – affermano ancora i responsabili – ha individuato otto stazioni in cui mensilmente per un anno saranno rilevate con strumenti semplici la concentrazione di anidride carbonica e la quantità delle polveri, mentre altre cinque stazioni serviranno per il monitoraggio stagionale dei licheni, organismi che vivono sugli alberi e sono indicatori della qualità dell’aria». L’attività di monitoragg io dell’anidride carbonica è inclusa nel «Progetto Atmosphere», coordinato dall’Accademia Kronos ed è su base nazionale. I dati e le tecniche utilizzate in questa ricerca verranno poi proposte alle scuole come momento di educazione ambientale per un’azione di sensibilizzazione al problema dell’effetto serra. Le scuole sono interlocutori privilegiati per il Centro ambientale di Sirmione che, con l’Ufficio aree naturali della Provincia, ha avviato corsi educativi e visite guidate. Quanto alla mostra di cui si parlava, battezzata «Il Brutto Anatroccolo», sarà sicuramente un momento divulgativo importante sia per gli studenti sia per i turisti (l’ingresso è libero). Il complesso check up sulla salute di Sirmione viene eseguito da Eugenio Zilioli, Paola Tessari, Gian Luca Fila e Mariano Bresciani, con la collaborazione della Provincia.

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