venerdì, Marzo 29, 2024
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Mentre dal 23 gennaio termina la fase dell’emergenza che porrà fine al rimborso delle spese iniziali sostenute dai Comuni. Edifici pubblici, case, luoghi di culto. E all’appello mancano ancora 58 paesi

I danni sono già più di 130 milioni

Il primo bilancio economico del terremoto, provvisorio ma certo in quanto basato sulla documentazione finora acquisita dagli uffici dei sette Comuni gardesani e valsabbini più danneggiati è disastroso: oltre 130 milioni di euro, e non è finita perchè mancano all’appello, soprattutto a Salò, centinaia di pratiche. Per non dire dei mancati rapporti degli altri 58 Comuni riconosciuti danneggiati dal terremoto. Insomma, c’è il rischio che si vada ben oltre i 200 milioni di euro di danni ipotizzati nei primi giorni dopo il sisma. Quasi 45 milioni di euro i danni riportati dagli edifici di Salò , più due milioni spesi per l’emergenza (ma il dato complessivo è largamente incompleto, e alla fine potrebbe raggiungere quota 70); circa 17 milioni Gardone , più 459 mila per l’emergenza (in questa località, invece, la cifra è pressochè definitiva). A Salò i privati hanno presentato 888 richieste di risarcimento (modello C1) e altre 66 riguardanti imprese (C2). Ebbene, i funzionari ne hanno acquisite e controllate 678 per un importo di 29 milioni di euro e 599 mila più cinquanta di aziende, per una cifra di un milione e 857 mila euro. Per le altre l’inserimento dei dati nel computer proseguirà in questi giorni. Ma non è finita, perchè gli impiegati riceveranno i moduli presentati da geometri, architetti, ingegneri e semplici cittadini fino alle ore 13 di stamattina. Molti compariranno all’ultimo istante, perchè le perizie sono state piuttosto laboriose. E ancora: sono in arrivo decine di domande di proprietari di seconde case, che abitano lontano, e utilizzano la posta. C’è poi il discorso degli edifici pubblici. I consulenti che stanno predisponendo il progetto di restauro del Palazzo comunale, sul lungolago di Salò, hanno quantificato il danno in 4 milioni di euro. Poi 924 mila per l’immobile di viale Landi, affittato all’Asl. Sette milioni e mezzo riguardano i fabbricati di pubblico interesse, come l’ospedale, la nuova casa di riposo, il palazzo dell’Ateneo utilizzato dalla Camera di commercio, quello dell’Arsenale (che ospita l’Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanza), le scuole, il convento dei frati Capuccini a Barbarano. Al conto bisogna aggiungere i 700 mila euro delle chiese (Duomo, S. Bernardino, Ancelle in Fossa, Campoverde, Villa, ecc.) e dei beni parrocchiali (oratorio, canonica, edificio di Sant’Jago). Una scheda a parte spiega che, per l’emergenza, il municipio ha speso due milioni e 100 mila euro, ricevendo dal commissario Massimo Buscemi un acconto di 500 mila euro. Un’altra tranche dello stesso importo dovrebbe arrivare per metà febbraio. A Gardone le ultime domande sono state ritirate lunedì sera. 292 le schede C1 (undici milioni e 583 mila i danni denunciati dai privati) e 28 le C2, relative alle attività imprenditoriali (per un milione e 776 mila euro). Negli alberghi ci sono ancora una sessantina di persone. «E chi resta in albergo dopo il 23 gennaio – dice il sindaco Alessandro Bazzani – passa a nostro carico». Le riparazioni agli edifici pubblici (municipio, Villa Alba, cinema Casinò, i ristoranti «Stalla» e «Lido 84», Villa Gibertini, affittata a otto anziani, la scuola materna, il Vittoriale, la chiesetta del cimitero, la chiesa evangelica) costeranno un milione e 715 mila euro. La parte del leone la fanno l’asilo, in condizioni precarie (i bambini sono stati trasferiti nel residence «Borgo degli Ulivi»), e il Vittoriale, che incidono per metà di tale cifra. Da ultimo le chiese. Il parroco, don Angelo Perlato, ha calcolato una necessità di un milione e 300 mila euro, di cui 800 mila solo per Morgnaga e la vicina canonica. Altri 453 mila li chiede don Ottorino Castellini per Fasano. La sua chiesa è completamente inagibile. Intanto la Regione conferma che il 23 gennaio terminerà la fase di emergenza del terremoto. Lo ha disposto, con propria ordinanza, il commissario delegato all’emergenza Massimo Buscemi, assessore regionale alla Protezione civile. La conseguenza che maggiormente interessa i 65 Comuni dichiarati «terremotati» – è che a partire dal 23 gennaio non potranno più essere risarcite alcune spese cosiddette «di prima emergenza», in particolare quelle relative all’ospitalità degli sfollati negli alberghi e altri interventi, come ad esempio, ulteriori demolizioni di edifici.

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