martedì, Aprile 23, 2024
HomeAttualità«I nostri ospedali hannovinto le sfide del futuro»
Il direttore generale uscente Mauro Borelli traccia il bilancio dei cinque anni trascorsi alla guida dell’azienda di Desenzano. «Salò? Bisogna venderlo»

«I nostri ospedali hannovinto le sfide del futuro»

La maggiore soddisfazione? «Aver rilanciato la rete degli ospedali superando le strettoie degli interessi di campanile». L’unico rimpianto? «Non aver chiuso la partita sulla cessione del presidio di Salò». Il direttore generale Mauro Borelli «promuove» a pieni voti l’esperienza al timone dell’Azienda ospedaliera di Desenzano.IL GIRO DI VALZER dei manager sanitari deciso dalla Regione lo porterà a Lecco, mentre sul Garda approda Mara Azzi «che – ammette con un pizzico di orgoglio Borelli -, troverà una macchina amministrativa e sanitaria efficiente ma soprattutto strutture all’altezza della domanda di un’utenza profondamente articolata».Già, perchè da Desenzano a Manerbio passando per Gavardo, Salò e Leno, l’azienda Gardesana si trova a gestire strutture sparse su un territorio dalle necessità, dalla storia e persino dalla morfologia profondamente disomogenee. «Un limite oggettivo nella gestione delle risorse e dei servizi che – osserva Borelli -, in questi cinque anni siamo riusciti a far diventare un valore aggiunto». Come? «Facendo sistema fra i diversi ospedali, distribuendo gli investimenti con equilibrio senza privilegiare questa o quella struttura. Le scelte sono state prese del basso, ascoltando le necessità del territorio – spiega il direttore generale uscente -: abbiamo dovuto talvolta superare la diffidenza degli amministratori locali ma i risultati positivi sono sotto gli occhi di tutti».E FRA QUESTI qualcuno brilla di più. «Aver portato a Desenzano la risonanza magnetica, avviare i lavori del nuovo blocco operatorio ma anche essere riusciti a resuscitare l’ospedale di Leno con il reparto di riabilitazione attraverso un’operazione pubblico-privata, sono traguardi strategici. Ma penso che l’impresa più importante sia stata ottenere, dopo decenni di sterili polemiche, 31,5 milioni d’euro per l’ampliamento di Gavardo. Era l’unica soluzione sensata per la difficile situazione sanitaria nell’Alto Garda e per la Valsabbia. Anche chi inseguiva l’utopia di un nuovo ospedale a Roè, alla lunga si ricrederà». E poi ci sono i numeri. «Durante il mio mandato sono stati investiti oltre 90 milioni d’euro: 27 per il presidio di Desenzano, 36,8 per Gavardo e infine, 26,8 per Manerbio. Abbiamo sbloccato cantieri fermi da anni. Quando ho visitato per la prima volta il pronto soccorso di Manerbio sono rimasto sbigottito: il personale operava in condizioni da terzo mondo, eppure riusciva a fronteggiare le richieste di un grande ospedale. In poco tempo siamo riusciti a inaugurare il nuovo pronto soccorso: non è stato facile ma come in tutte le altre sfide, ho potuto contare su una squadra di collaboratori di primo livello». Infine la spina: l’ospedale di Salò. «Non ci sono alternative: bisogna vendere l’immobile per finanziare la costruzione di un presidio più moderno» conclude Borelli.

Nessun Tag Trovato
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video