sabato, Aprile 20, 2024
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Degli Albertini, Pedron e Zeni riconfermati al vertice amministrativo. Il Consorzio di tutela del vino ha modernizzato la categoria

I produttori puntano sulla tipicità

Giuseppe Degli Albertini, Emilio Pedron e Gaetano Zeni sono stati confermati al vertice del Consiglio di amministrazione del Consorzio tutela vino Bardolino, rispettivamente come presidente e vicepresidenti. Una rielezione che premia il lavoro svolto dai rappresentanti delle tre categorie di viticoltori, vinificatori e imbottigliatori, complessivamente poco meno di 900 soci che costituiscono un’associazione interprofessionale di categoria senza scopo di lucro, per la tutela, la valorizzazione e la cura generale degli interessi relativi alla denominazione del vino Bardolino. Il consorzio è stato costituito per la prima volta nel 1926 per la difesa del vino tipico Bardolino, vino che poi 1968 ha ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata. Ma è negli anni ’90 che affiora all’interno del Consorzio quel nuovo, significativo impulso di rinnovamento per ottenere il riconoscimento della docg (denominazione di origine controllata e garantita). Di fronte alla riduzione del consumo di vino e alla contemporanea evoluzione della domanda in termini qualitativi, si rende indispensabile un tempestivo rinnovamento dei criteri di produzione viticola. In che modo? Presto detto. Secondo gli esperti più avveduti, ottimizzando il rapporto tra vitigno e ambiente, localizzando la viticoltura in aree di sicura vocazione. In breve, nel promuovere la qualità difendendo la tipicità: obiettivo che il Consorzio ha raggiunto nel 2001 con il riconoscimento della Denominazione di origine controllata e garantita del vino Bardolino Superiore. Una normativa quella attuale, come mettono del resto in risalto Luciano Bonuzzi e Giulio Liut nella nota introduttiva al volume «Il Bardolino dai vitigni di qualità», che pur confermando uno spazio più largo a quei vitigni della tradizione che garantiscono la tipicità del bardolino, offre un ventaglio di possibilità operative «più morbide, più flessibili, più adeguate ai tempi». Un bardolino, in sintesi, a doppio binario: un vino leggero, brioso, idoneo al consumo quotidiano, da una parte, e dall’altra un bardolino dai sapori più sicuri, dalla riconoscibilità più evidente. L’impegno del Consorzio è pertanto rivolto a valorizzare un prodotto tanto prestigioso, ancorandolo al territorio di produzione.

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