venerdì, Aprile 19, 2024

I ròba Sancc del Cassù

In una notte nebbiosa di Gennaio, il 22, attuale giorno di San Vincenzo, nei primi anni del ‘600, alcuni pescatori, “briganti” ma devoti, sono scesi con una loro barca da Cassone dall’alto lago Veronese remando con forza sopra le acque e navigando nel buio più nero; andavano a Desenzano per rubare le preziose reliquie dei tre Santi Vincenzo, Benigno e Anastasio.

Non era casuale, a quei tempi il furto di reliquie di Santi, lo facevano individui facinorosi raccolti in gruppo per richiedere loro grazie e favori e quindi facilitare le fortune del paese; così quelli di Cassone pensavano che sarebbe avvenuto al loro paese, là ai piedi del Baldo con la protezione dei Santi. (si potrebbe valutare quanto l’influenza della Chiesa, quale struttura, possa aver “pesato” in quei tempi !)

La Desenzano di allora, ricca di commerci e di persone potenti ed agiate viveva dei vantaggi che un ricco mercato, istituito dalla veneta Repubblica Serenissima attorno al ‘400, e molto frequentato, ma, gli arroganti di Cassone e la credenza popolare riteneva che i Tre Santi avessero favorito le fortune.

Rubate le reliquie, messe in un sacco, e via nel buio a riprendere la barca per risalire il lago a forza di remi prima che l’alba avesse a svegliare i Desenzanesi e si potesse venire sorpresi.

C’era molta nebbia e buio, ma loro, abili navigatori, avrebbero saputo prendere senz’altro la direzione giusta.

Alcune ore di remi e l’arrivo a Cassone con i preziosi protettori sarebbe stato adeguatamente accolto con la certezza, poi, che le sorti del paese avrebbero avuto destini migliori, e loro avrebbero ottenuto onori e gloria.

Al levarsi della nebbia, però, i Desenzanesi della prima messa, si accorsero del furto, e subito corsero al porto scoprendo, con sorpresa, i furfanti intenti a remare di lena su una barca perfettamente immobile sull’acqua: era rimasta lì tutta la notte, proprio immobile e con i rematori convinti di averla portata in navigazione verso i loro compaesani.

I Santi avevano fatto il miracolo per i loro Desenzanesi, e questi dopo aver concluso con robuste legnate l’avventura dei pescatori “briganti” di Cassone ne festeggiarono l’avvenimento sino ai primi anni dopo l’ultima guerra, con processione e benedizione di una barca immobile e remigante nel Porto Vecchio.

Va detto anche che attorno agli anni 1000 – 1100, nel Mediterraneo accadevano eguali avventure di ricerca e trafugamento di reliquie: la più nota ricorda i trenta marinai “briganti” di Bari (la loro Caravella è raffigurata nell’attuale stemma municipale) che dall’isola di Cipro sottrassero i sacri resti di S. Nicola. Erano arrivati dopo i loro “colleghi” veneziani che avevano già “asportato” furtivamente quelli dell’Evangelista Marco; le due città, forse, oggi avrebbero i loro Patroni scambiati se i tempi di quelle scorribande fossero stati diversi.

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