venerdì, Aprile 26, 2024
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La Serenissima ebbe una piccola flotta nelle acque del lago di Garda

I segreti della Galea nel lago

La Serenissima ebbe una piccola flotta nelle acque del lago di Garda. I veneziani affrontarono, durante il Quattrocento, battaglie lacustri per il mantenimento del Dominio di Terraferma. Il Senato veneziano deliberò addirittura, l’1 dicembre 1438, d’inviare una flotta sul Garda attraverso i monti per contrastare gli attacchi del Ducato di Milano. E l’anno successivo, infatti, la Repubblica, al fine di cogliere alle spalle le truppe viscontee, fece trasportare le imbarcazioni dall’Adriatico alle acque benacensi presso Torbole, prima lungo il fiume Adige e quindi faticosamente sui carri attraverso le montagne. Fu un’impresa talmente ardua da diventare mitica. I resti di una galea della flotta veneziana possono essere ammirati nel Museo di Malcesine, allestito in una sala alla base della torre. Al ritrovamento dell’importante relitto il giovane Massimo Capulli dedicò, alla fine degli anni Novanta, la tesi di laurea discussa a Ca’ Foscari, diventata ora un bel volume edito da Marsilio, intitolato «Le navi della Serenissima. La “galea” di Lazise». L’importanza del reperto gardesano è costituita dal fatto che prima gli studi sulle galee – principale tipo d’imbarcazione della marineria veneziana – avvenivano solo su base documentaria. I pescatori sapevano dell’esistenza del relitto. Ma solamente a metà degli anni Sessanta del secolo scorso, mediante una serie di complesse campagne archeologiche subacquee condotte con la supervisione del prof. Francesco Zorzi, è stato possibile procedere al recupero e conoscere così, in modo approfondito, le tecniche costruttive delle imbarcazioni che difesero anche le sponde lacustri da incursioni di eserciti e da bande armate. I legni dell’imbarcazione si sono conservati grazie al fondale del lago, fangoso nel punto del ritrovamento, all’ambiente freddo e al buio, con la conseguente scarsa attività biologica. «Si tratta del primo esemplare di nave lunga rinvenuto, affiancato solo in anni recenti dalla scoperta, nella laguna di Venezia, della galea di San Marco in Boccalama», di cui molti ricorderanno le ampie notizie pubblicate dalla stampa. L’elegante volume a grande formato, edito con il patrocinio del Ministero dei Beni culturali e di vari enti pubblici, è articolato in sei capitoli che approfondiscono gli aspetti storici, le cinque campagne archeologiche del recupero, lo studio dei reperti, la vicenda delle galee e delle fuste veneziane nel Medioevo e nei secoli successivi, l’evidenza archeologica del relitto, ed altro ancora. Il libro, arricchito da immagini, si conclude col glossario e con la bibliografia. Si tratta, quindi, di un’importante pagina di storia gardesana che arricchisce gli studi benacensi del lungo e rilevante periodo veneto.

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