venerdì, Aprile 19, 2024
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Christian Barnard sposa il vino rosso «Il vostro cuore si sentirà meglio»

Il chirurgo dopo 30 anni sul lago

Quando la Gianna gli cantò « Avevo un cuore ed ora non l’ho più, lago di Garda me l’hai rubato tu», lui scoppiò a ridere. La cantane era Gianna Malfer, l’«usignolo del Garda, la canzone « Gioiello d’Italy» , testo di Luciano Beretta, musica di Jan Langosz; il luogo del concertino la mitica taverna della piazza del porto di Garda, l’uditore Christian Barnard, il celebre cardiochirurgo. Erano gli anni della « Dolce Vita» in riva al Garda. Le celebrità di passaggio sul lago amavano trascorrere le serate alla taverna. Vivien Leigh, la Rossella di «Via col Vento », e Laurence Oliver avevano sgabelli riservati, col loro nome inciso sopra. Barnard era in zona per un congresso medico. Era diventato famosissimo coi suoi pionieristici trapianti di cuore. Il primo l’aveva effettuato il 3 dicembre 1967 nel Sud Africa, a Città del Capo, aprendo una nuova era per la medicina. Trent’anni dopo, appeso il bisturi al chiodo, il professor Barnard, settantanove anni mangnificamente portati, è tornato sul lago di Garda. Stavolta ha scelto la riva opposta, quella bresciana. Per presentare l’opera della sua fondazione, che si prende cura di bambini africani malati di Aids. Mantiene rapporti con altre istituzioni simili sparse nel mondo. In particolare con quella dell’ex premier russo Gorbaciov. Ha già ottenuto risultati d’un certo peso, come la costruzione di un ospedale nello Zimbabwe. A Moniga del Garda ha trovato un partner nelle cantine Costaripa, che hanno il mondo proprio per raccogliere fondi destinati alla Christian Barnard Foundation. Il vino si chiama Garda Classico Prof. Christian Barnard Foundation. È un rosso tratto da uve di groppello e marzemino della riviera occidentale del Benaco, e da quelle di sangiovese e barbera della vicina Franciacorta. Dalle vendite verranno stornate donazioni per la fondazione pari al venticinque per cento del prezzo della bottiglia. «Non volevano un vino da comprare solo perché si fa beneficenza. Cercavamo un vino che fosse buono da bere», dice Mattia Vezzola, titolare della cantina. L’idea è sua. L’ispirazione gli è venuta dal libro di Barnard, « 50 Consigli per un cuore sano». Vi si legge: «Una persona che beve due bicchieri di vino rosso al giorno aiuta il suo cuore a stare meglio». Da qui la decisione d’invitare il cardiochirurgo sul Garda, per fare in modo che il vino-medicina potesse dare una mano anche agli interventi umanitari della fondazione. Sulla riviera Barnard ha sottolineato l’importanza della prevenzione, anche attraverso una corretta alimentazione. «Se mi fossi occupato prima di prevenzione, invece di salvare 150 vite avrei potuto salvarne 150 milioni», ha affermato il chirurgo. «Buon vino fa buon sangue» sostiene la tradizione popolare.

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