sabato, Aprile 20, 2024
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La commovente storia del piccolo venuto alla luce alla «Pederzoli» e sepolto per intervento del sindaco

Il Comune «adotta»il bimbo nato già morto

«Nessun giudizio. Solo la scelta di accogliere questo bambino e accompagnarlo davanti al Signore con la nostra preghiera. Lo affidiamo alle cure amorevoli di Maria». Poche parole, pronunciate di fronte ad una bara bianca che colpisce per la sue dimensioni. Talmente piccola che il mazzo di fiori, anche questi bianchi, quasi la sovrasta.Il «bambino» di cui parla don Tarcisio Soldà, parroco della chiesa del Beato Andrea, ha un nome: Giacomo, come il santo celebrato il 28 novembre, giorno in cui il piccolo è nato, già morto, nel reparto di ostetricia della Casa di cura Pederzoli. Ieri pomeriggio don Tarcisio ne ha celebrato i funerali, voluti dall’amministrazione comunale, che ha anche provveduto alla sepoltura nel cimitero del Frassino.L’amministrazione ha scelto di intervenire dopo la comunicazione, arrivata dall’ospedale, della decisione, da parte dei genitori di Giacomo, di rifiutarne il riconoscimento. «Di questo bambino non sappiamo nient’altro, se non appunto che è nato già morto e la decisione presa dai genitori. Ma di fronte a questa vita a noi è sembrato giusto ritrovarci, come comunità, per dare un senso almeno di una dignitosa sepoltura a un bimbo che, per quanto mi riguarda, ha vissuto dal momento in cui è stato concepito», dice il sindaco Umberto Chincarini.È stato, di fatto, proprio lui a decidere di rendere pubblica la notizia: «Perché credo che possa servire un po’ a tutti: parlare della morte può essere utile, o almeno lo spero, a riflettere sulla vita, forse a comprenderne meglio il significato, ancora oggi oggetto di tante discussioni, a qualsiasi livello».«Inoltre», aggiunge il sindaco, «abbiamo deciso di parlarne anche perché vorremmo che mai una famiglia si possa sentire e ritrovarsi sola in un momento come questo. Non intendiamo e non ci interessa esprimere alcun tipo di giudizio sulle persone coinvolte in questa vicenda. Soltanto desideriamo che si sappia che ci sono molte realtà, dai sevizi sociali alle tante associazioni attive nel nostro territorio. Soprattutto c’è una comunità che può ascoltare, aiutare e sostenere chi si trova ad affrontare anche momenti così difficili».Quella comunità, ha sottolineato don Tarcisio, «che allo stesso modo si stringe ora intorno a questo piccolo, per un momento di solidarietà cristiana e umana. Senza voler giudicare nessuno». Giacomo ora riposa all’ombra di un grande albero, nel cimitero del Frassino. Occupa poco posto.

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